IL NUOVO DIRETTORIO PER LA CATECHESI

Presentazione del Direttorio per la Catechesi redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

 

 

“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (Mt 28,19-20)

 

“…è necessario passare «da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria»” (EG 15).

 

 

Lo scorso 25 giugno nella sala “Giovanni Paolo II” della Sala Stampa del Vaticano è stato presentato, dal Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione mons. Rino Fisichella, il nuovo Direttorio per la Catechesi. A partire dal Concilio Vaticano II quello che è stato presentato è il terzo Direttorio. Il primo del 1971, Direttorio catechistico generale, e il secondo del 1997, Direttorio generale per la catechesi. Le prime due edizioni hanno segnato certamente gli ultimi cinquant’anni di storia della catechesi. Questi testi hanno svolto un ruolo primario. Sono stati un aiuto importante per far compiere un passo decisivo al cammino catechetico, soprattutto rinnovando la metodologia e l’istanza pedagogica. Nella presentazione si è motivata la pubblicazione di un nuovo Direttorio a partire dal processo di inculturazione che caratterizza in particolare la catechesi e che soprattutto ai nostri giorni impone un’attenzione del tutto particolare ha richiesto la composizione di un nuovo Direttorio. La Conferenza Episcopale Italiana pubblicando sul suo sito ufficiale il testo ha sintetizzato che l’obiettivo principale del documento è quello di far fronte alle “nuove problematiche che la Chiesa è chiamata a vivere”, e in particolare al fenomeno della “cultura digitale” e alla “globalizzazione della cultura”. Peculiarità del nuovo Direttorio è “lo stretto legame tra evangelizzazione e catechesi”, a partire dal primo annuncio. Tra le priorità: il catecumenato degli adulti, la formazione dei catechisti e l’urgenza di “individuare i nuovi linguaggi con cui comunicare la fede”.

I tempi principali che emergono dal testo e che a mio avviso diventano veramente le tappe prioritarie per il prossimo futuro sono in prima istanza: nonni, donne e famiglie.  A tal proposito il documento invita a guardare con realismo le eterogenee realtà familiari, comprese le “situazioni irregolari”, da accompagnare “con uno stile di prossimità, di ascolto e di comprensione”, evitando “forme di solitudine o discriminazione”. Proseguendo nella lettura del Direttorio altri temi cardini sono anche: no all’“analfabetismo digitale”, Migranti e “persone marginali”, la bioetica “cattolica” e l’ecologia integrale.

Naturalmente comprendiamo come tutti questi temi toccano profondamento il magistero di Papa Francesco che a più riprese ha manifestato ed espresso il suo pensiero a riguardo, pensiamo ad esempio alle Esortazioni Apostoliche.

Mons. Fisichella lanciando le sfide per i prossimi anni e cioè: la grande sfida della cultura digitale e la necessità di dare seguito ai percorsi sinodali ha ricordato con chiarezza che “l’evangelizzazione occupa il posto primario nella vita della Chiesa e nel quotidiano insegnamento di Papa Francesco”, affermando che la catechesi si accompagna “intimamente” all’evangelizzazione, ma senza sostituirla o volerle imporre i propri tratti. Ha aggiunto poi che. “in questo rapporto il primato spetta all’evangelizzazione, non alla catechesi. Ciò permette di comprendere perché alla luce di Evangelii gaudium, questo Direttorio si qualifica per sostenere una ‘catechesi kerygmatica’. Cuore della catechesi è l’annuncio della persona di Gesù Cristo, che sorpassa i limiti di spazio e tempo per presentarsi ad ogni generazione come la novità offerta per raggiungere il senso della vita”.

In sintonia con quanto l’Ufficio Catechistico Italiano della CEI sta portando avanti in questo periodo è bello vedere che il Direttorio presenti come tratto di novità il legame tra evangelizzazione e catecumenato nelle sue varie accezioni. Tutto ciò permetterebbe a noi di compiere quella “conversione pastorale” di cui Papa Francesco insiste tanto in Evangelii gaudium (2013).

Una particolare attenzione è riservata alla formazione dei catechisti in modo particolare all’uso della via pulchritudinis, la “via della bellezza”, che viene indicata quale una delle “fonti” della catechesi. In conclusione, avendo dinanzi a noi tutto l’itinerario che la Chiesa Italina sta portando avanti dopo la consegna di Incontriamo Gesù (2014) è bello che il Direttorio “presenta la catechesi kerygmatica che … trova il suo punto di forza nell’incontro”, perché “per troppo tempo la catechesi ha focalizzato il suo impegno nel far conoscere i contenuti della fede e con quale pedagogia trasmetterli, tralasciando purtroppo il momento più determinante come l’atto di scegliere la fede e dare il proprio assenso”; mentre la catechesi che dà il primato al kerygma, “prima di considerare i contenuti a cui aderire con il proprio assenso” sottolinea innanzitutto che la scelta di fede è “un atto di libertà perché si scopre di essere amati”.

 

don Enzo Fiore

 

http://catechesi.alba.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/2/2017/11/Direttorio-Generale-per-la-Catechesi.pdf