Peregrinatio giubilare della Madonna di Viggiano e di San Rocco di Tolve

16-10-2016

Viggiano,   ottobre 2017, omelia per la peregrinatio giubilare della Madonna di Viggiano e di s. Rocco

Carissimi fratelli e sorelle, devoti della Madonna e di s. Rocco, cari rettori don paolo D’Ambrosio e don Enzo Fiore , rispettivamente del santuario mariano regionale di Viggiano e del santuario diocesano di Tolve in onore di S. Rocco, cari fedeli di Viggiano e di Tolve e di altre parti della Basilicata, revdi confratelli sacerdoti, autorità civiche, in particolare il sindaco di Tolve e il sindaco di Viggiano, spettabili responsabili dell’ordine pubblico e di sicurezza sociale, comitati collaboratori.

Un saluto deferente e fraterno al metropolita S.E.R. mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza- Marsiconuovo-Muro Lucano, che insieme a me, arcivescovo di Acerenza, ha accolto e approvato con entusiasmo la proposta di don Paolo e don Enzo di gemellare, in questo Giubileo straordinario della Misericordia, i due più rinomati e frequentati santuari di Basilicata: la Madonna del Sacro Monte di Viggiano e S. Rocco di Tolve. Ed eccoci già all’inizio di questo nutrito programma di spiritualità, di liturgia, di culto, di preghiera, di pellegrinaggio, di penitenza, di letizia cristiana, di misericordia e indulgenza divina, di carità verso il prossimo. Grazie alla fervida e generosa attività pastorale presso i due santuari, alla capacità fattiva e tenace dei due rettori e dei loro collaboratori sacerdoti e laici, di cui testimonia l’organizzazione di questa settimana che si connota come esercizi spirituali offerti al popolo lucano e non solo.

Ci situiamo come Chiesa in cammino non solo nell’anno santo, ma anche nel mese mariano del rosario e nel mese dedicato alla preghiera e al sostegno dei missionari e delle missionarie, che con sacrificio e amore portano il nome di Cristo nel mondo, seminando ovunque opere di solidarietà cristiana e di progresso sociale. “Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia!” abbiamo pregato al salmo, in effetti la sua bontà e la sua salvezza vengono offerte a tutti, anche a questo caro popolo lucano, che non smetterò mai di amare e servire.

Ma quale è però il motivo fondamentale di questa peregrinatio misericordiae, la causa causante, il fine principale? Ce lo suggerisce l’apostolo Paolo nella seconda lettera a Timoteo: “Figlio mio, ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide,come io annuncio nel mio vangelo”. Siamo qui per fare memoria di Gesù Cristo, insieme alla sua Santissima Madre Maria e a S. Rocco, suo servo fedele. Tutto questo vasto movimento tra Tolve e Viggiano è a gloria di Cristo, Figlio di Dio e figlio di Maria, è a onore della santa Chiesa cattolica, a incremento della nostra bella e vera religione, a servizio di tutti nella loro dignità di persona, immagine e somiglianza di Dio. Il vangelo odierno di S. Luca ci informa che Gesù in cammino verso Gerusalemme attraversa la Samaria e la Galilea: è Cristo il vero e amabile pellegrino, il pellegrino della misericordia, che è in cammino per le strade di questo mondo, per i sentieri della nostra Basilicata, per le vie, a volte impervie, del nostro cuore. E’ il Signore che, nel segno della Madre e del Servo, ci raggiunge con la sua parola e suoi sacramenti per amarci, salvarci, curarci. Ed ecco il grido della preghiera dei dieci lebbrosi di cui parla il vangelo: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”, ecco il nostro grido domenicale oggi: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”. Quanti pellegrini, devoti, sono venuti in questo famoso santuario mariano e, chiedendo l’intercessione della Madre, hanno gridato al Signore chiedendo pietà e misericordia. Quanti pellegrini devoti si son recati davanti a s. Rocco in Tolve, davanti al santo ferito di carità, per implorare la sua preghiera presso il Medico celeste ed essere guariti nel corpo e nell’anima dalla peste del peccato, del vizio, della tentazione, delle malattie spirituali e fisiche. Il pellegrinaggio, il giubileo, però non è solo per chiedere, ma ancor di più per ringraziare: “ C’è più gioia nel dare, che nel ricevere”, afferma la Scrittura.

Siamo qui, insieme alla Madonna e a S. Rocco, per ringraziare il Signore, per rendergli grazie, per fare eucaristia. Come quel lebbroso guarito insieme ai dieci, che torna indietro per prostrarsi ai piedi di Gesù , per ringraziarlo e lodare Dio ricco di misericordia. Era uno straniero, era un samaritano. Nessuno poteva attendesi gratitudine da uno come lui. Eppure gli altri nove, che erano israeliti, ottennero la guarigione fisica da Cristo, e si accontentarono del poco. Quello invece desiderava di più, la guarigione spirituale, e ritornò con la carne come quella di un giovane, come era accaduto all’antico Naaman il Siro al tempo del profeta Eliseo: ma era ben consapevole che lo spirito era ancora vecchio.

Gesù ammira la seconda implorazione del samaritano, di aver pietà della sua anima come aveva avuto pietà del suo corpo, e lo solleva, gli dona la fede: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”. Che te ne fai di un corpo pieno di salute fisica, di beltà curata, di prestanza vigorosa, se lo spirito è oppresso e oscurato dalla lebbra del peccato ostinato e dall’accidia che ti paralizza e ti blocca. Alziamoci e andiamo verso Cristo, ci guarisce il corpo e ancor di più ci salva la dimensione spirituale, cosicché possiamo anticipare già la vita piena ed eterna che ci attende.

La potenza della Parola di Dio! In questi giorni di peregrinatio misericordiae i sacerdoti e i predicatori vi offriranno abbondanza della Parola di Dio nei momenti di catechesi, di celebrazioni liturgiche, di processioni, di visita dei gruppi, dei giovani, dei ragazzi, di tutte le occasioni predisposte sapientemente dal programma. Miei cari sacerdoti, la parola di Dio non è incatenata, esclama l’Apostolo delle genti, nel brano biblico annunciato oggi. Questa iniziativa pastorale e giubilare del gemellaggio tra Viggiano e Tolve, serve per proclamare la Parola di Dio con franchezza, coraggio, forza, efficacia. Solo la Parola di Dio può risvegliare questo mondo ormai ebbro di violenza, terrorismo, paura, egoismo, idolatria del danaro e del piacere, disprezzo della giustizia, rifiuto della ragione e della fede. Accettiamo, cari sacerdoti, cari fedeli laici, accettiamo volentieri di portare le catene per amore di Cristo, come S. Paolo, pur di “scatenare” la parola del Signore, lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino. Come fu ed è per Maria SS. che porta il Verbo eterno nel suo grembo e nel mondo, senza timore; come fu per il giovane Rocco di Montpellier, che portò e porta ancora la parola di carità per le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituale, tanto raccomandate da papa Francesco in questo Giubileo straordinario.

Cosa resterà di questa peregrinatio di Maria e di S. Rocco in terra lucana? Cosa resterà del Giubileo nella Chiesa e nella società odierna? Ascoltiamo ancora l’Apostolo: “ Se con lui moriamo, con lui vivremo; se con lui perseveriamo, con lui regneremo”. La Madonna è vissuta totalmente di Cristo e con Cristo in vita, nella sua dormitio assunta in cielo in anima e corpo, adesso coronata Regina, per noi segno di consolazione e di sicura speranza. Seguiamo Maria, imitiamo Maria, preghiamo con Maria, e faremo giubileo per tutta la vita. Lei, la “con-vivente” di Cristo e per Cristo, lei la perseverante paziente con il Figlio e adesso la con-regnante di Cristo in cielo e in terra. Chiediamo anche noi sinceramente di essere come Maria, come i santi, come S. Rocco, conviventi e perseveranti con il Signore, in vita e in morte, e regneremo con il nostro Maestro pietoso e glorioso. Servire Cristo è regnare e Cristo regna dal legno della croce, soffrire con lui significa però avere certa vittoria: “ Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti”, ci esorta oggi l’Apostolo.

Come Naaman il Siro, portiamoci la terra santa di Viggiano e di Tolve, per poter pregare su di essa l’unico Dio vivente ed eterno, portiamoci cioè l’esperienza forte vissuta in questo felice e benedetto tempo di grazia,per poterlo poi vivere con convinzione nelle famiglie, sul lavoro, nella professione, nei vari ambiti di testimonianza cristiana. Maria SS. del titolo del Sacro Monte di Viggiano, non lasciarci mai, guardaci sempre con quei begli occhi misericordiosi, indicaci sempre il tuo Cristo, via, verità e vita. S. Rocco, fratello nostro carissimo, non lasciarci mai, cammina ancora con noi nel pellegrinaggio di questa vita, indicaci le ferite dei nostri fratelli, intercedi per noi la forza di soccorrerli. Sia lodato Gesù Cristo.