Ordinazione Don Samuel Corniola

10-09-2016

Tolve, 10 sett. 2016, Omelia per l’ordinazione presbiterale di don Samuel Corniola

Carissimi fratelli e sorelle, rev.mi sacerdoti dell’Arcidiocesi e di altre diocesi della Basilicata e di fuori Regione; carissimi don Enzo Fiore parroco e don Francesco Martoccia vicario di questa parrocchia di S. Nicola e di questo santuario diocesano di S. Rocco; rev.mi sacerdoti residenti o nativi di Tolve; carissimi don Filippo Nicolò rettore, don Angelo Gioia vicario e don Leonardo Verre padre spirituale del Seminario Maggiore di Basilicata; carissimi don Gianluca Bellusci prefetto agli studi e cari docenti dell’ Istituto Teologico della Basilicata in Potenza; cari diaconi, cari seminaristi; reverendi religiosi e religiose; spettabile Sindaco e autorità civiche, di ordine pubblico e sicurezza sociale di questa rinomata cittadina di Tolve, in preparazione gioiosa per la festa solenne del 16 settembre in onore del Santo. Stimatissimi fedeli laici nell’unità battesimale e crismale.

Un saluto del tutto particolare a te caro don Samuel: ecco il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo! Un saluto caloroso al papà Luigi e alla mamma Maria, genitori di questo bravo giovane, candidato al presbiterato, al fratello Mimmo e a tutti i familiari: grazie a voi tutti parenti e congiunti perché lo avete accompagnato con le preghiere e l’affetto verso l’altare del Signore.

Le letture bibliche che, in questa domenica XXIV del tempo ordinario, vengono proclamate nella Chiesa, a nutrimento del popolo cristiano, ci offrono la luce per vivere questo momento esaltante. Cari fedeli, cari sacri ministri, caro Samuel, il brano del libro dell’Esodo ci presenta Mosè, guida del popolo eletto, che viene invitato da Dio a raggiungere Israele, ormai lontano dalle vie del Signore e sull’orlo della distruzione. Mosè si rivolge a Dio e lo supplica di perdonare e di salvare il suo popolo. Mosè ottiene indulgenza dal Signore, ottiene il giubileo della misericordia, può ancora mettersi a capo del popolo pellegrinante verso la terra promessa. Tra breve, nella preghiera consacratoria, si evocheranno le figure di Mosè e di Aronne, prescelti per reggere e santificare il popolo di Dio, a cui Il Signore nella sua bontà provvidente associò collaboratori che li avrebbero seguiti nel grado e nella dignità. Tu, caro Samuel, dichiarerai che vuoi diventare fedele cooperatore dell’ordine dei vescovi nel servizio del popolo di Dio sotto la guida dello Spirito Santo, ministro della parola nella predicazione del Vangelo e nell’insegnamento della fede cattolica, implorante sempre la divina misericordia per il popolo a te affidato, con l’assidua preghiera: siamo tutti qui, in questo splendido santuario giubilare, perché tu possa realizzare nella tua missione sacerdotale questa umile e fruttuosa collaborazione, questa faticosa seminagione piena di speranza, questa preghiera incessante che dalle tue labbra si unisca alla Chiesa orante, nell’attesa della venuta del suo Sposo divino.

Il brano della I lettera a Timoteo ci illumina ancor di più. L’apostolo rende grazie a Colui che lo ha reso forte, il Signore Gesù Cristo, e lo ha giudicato degno di fiducia mettendolo al suo servizio, usandogli misericordia e donandogli sovrabbondanza di grazia, fede e carità, dimostrando in lui tutta quanta la sua magnanimità. Anche il rito di ordinazione presbiterale riprende il riferimento alla bontà del Salvatore e chiede al candidato al secondo grado dell’ordine sacro di essere, da sacerdote, celebrante devoto e fedele dei misteri di Cristo, secondo la tradizione della Chiesa, specialmente l’Eucaristia e il sacramento della Riconciliazione, a lode di Dio e per la santificazione del popolo cristiano, sempre unito a Cristo sommo sacerdote che come vittima pura si è offerto al Padre. Don Samuel consacrerà se stesso a Dio insieme a Cristo per la salvezza di tutti gli uomini: la sua voce commossa e il suo cuore trepidante risponderanno “si, lo voglio”, ma con l’ultima risposta invocherà con fiducia l’aiuto di Dio. Con l’aiuto di Dio, con l’aiuto di Dio, perché come dice Cristo, nostro unico maestro: “Senza di me, non potete fare nulla” (Gv 15,5). Solo così, caro Samuel, potrai vivere serenamente e con piena disponibilità, direi con evangelica libertà, il filiale rispetto e l’obbedienza a me e ai miei successori. E’ Cristo che, in tutto obbediente al Padre, vive in noi sacerdoti, occorre che lui cresca e noi si diminuisca (cfr Gv 3,30). La prostrazione dell’ordinando davanti al Crocifisso è un segno liturgico eloquente e drammatico di questa unione con l’obbedienza di Cristo, questo abbraccio con le sue braccia inchiodate sulla santa Croce, per amore, per l’eterno amore.

La preghiera consacratoria ci farà ascoltare che, nella pienezza dei tempi, il Padre ha mandato nel mondo il suo Figlio Gesù, apostolo e pontefice della fede, che offrendosi a lui, rese partecipi i suoi apostoli, “consacrandoli nella verità”. Caro don Samuel, carissimi sacerdoti qui presenti, noi siamo segnati, unti, crismati dalla Verità che è Dio eterno nell’Amore trinitario, e quindi nella Verità e per la Verità. Il sacerdote è l’uomo della Verità, cioè di Cristo sapienza, luce, pace, vita. Caro don Samuel immergiti nella verità della Parola divina, profuma della verità dei sacramenti di Cristo, splendi nella via sicura dei luminosi comandamenti di Dio. Sarà questa la tua felicità di cristiano e di sacerdote, di padre, di fratello, di amico, di sposo, di servo della comunità cristiana. Il brano del memorabile Vangelo annunciato in questo Dies Domini, in questo Giorno del Signore, ci dice che tutti si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo. Anche tu accogli tutti, ma non per ascoltare soltanto te, ma tramite te per ascoltare l’amabilità del Signore. Perché lui, solo lui, è venuto a custodire le novantanove pecorelle e a cercare con coraggio e passione quell’unica smarrita; solo lui è venuto a frugare nella tragedia umana incarnandosi e abbassandosi, fino a diventare come uno schiavo, per reperire quella piccola monetina, inutile per il mondo, ma tanto preziosa ai suoi occhi misericordiosi; solo lui come padre di infinito amore è venuto a salvare il figlio lacero e perduto, lontano dalla casa e dal suo cuore, e il figlio superbo e perduto, abitante in casa, ma ancor più lontano dal cuore del Padre, sanguinante d’amore per ambedue i figli. Samuel, da sacerdote amali ambedue questi diversi figli e fratelli, sia quelli lontani per farli ritornare, sia quelli vicini per non farli allontanare: senza puntigli e risentimenti , senza preferenze e rifiuti, senza chiusure e condanne. Continua e proclama nella tua vita sacerdotale per sempre il Giubileo della Misericordia. Siamo tutti deboli e fragili, nel pericolo costante di soccombere, affidati a Colui che ci conosce fin dal seno materno, prega ogni giorno con il verso al salmo 50 che abbiamo cantato: “Ricordati di me, Signore, nel tuo amore, ricordati di me”.

C’è nel momento centrale della grande preghiera consacratoria quell’accorata invocazione del Vescovo, a nome della Chiesa: “Ora, o Signore, vieni in aiuto alla nostra debolezza e donaci questo collaboratore di cui abbiamo bisogno per l’esercizio del sacerdozio apostolico“. Si, il Vescovo senza i presbiteri è debole, e con lui tutta la Chiesa. Ha estrema necessità della collaborazione dei presbiteri, di lavorare insieme con loro, della loro insostituibile cooperazione. Grazie, don Samuel, per la tua generosità, per la tua docilità alla chiamata del Signore, per il tuo impegno da ragazzo e da giovane nella parrocchia, nel seminario, negli studi teologici, fra gli altri giovani. Grazie, giovani di Tolve, che esprimete dal vostro gruppo un amico fidato e lo presentate a Cristo, perché sia guida e punto di riferimento educativo e formativo per tanti altri giovani della comunità diocesana. Grazie, giovani cristiani delle nostre parrocchie, perché, pur tra mille difficoltà e suggestioni negative che certi ambienti della società attuale vi propinano, voi sapete esprimere al momento decisivo le vostre migliori qualità e le vostre più ferme convinzioni. Il Signore Gesù, eterno giovane, vi benedica e vi doni sempre più gioia e coraggio per la vostra futura vita adulta e per assumere le vostre responsabilità a servizio della comune umanità a gloria di Dio.

Un’ultima esortazione, don Samuel, prima di infondere il sacro crisma sulle tue mani e imporre le nostre mani sul tuo capo. Diventi presbitero nell’Anno Santo della misericordia, indetto da papa Francesco per invitare la Chiesa a una carità maggiore verso i poveri e i sofferenti , a una pace vera fra le persone e i popoli, a una giustizia reale all’interno dei rapporti sociali: le quattordici opere di misericordia corporale e spirituale. Ebbene, don Samuel guarda S. Rocco, un santo fedele laico, il santo della misericordia, guarda quell’icona sacra: da secoli il santo pellegrino indica la ferita della sua gamba, frutto della sua carità smisurata verso i bisognosi e gli ammalati. Guarda quel gesto emblematico del tuo santo: rappresenta tutti i fratelli e le sorelle che busseranno alla porta del tuo cuore sacerdotale per chieder pane, acqua, vestiti, una visita, un conforto, un consiglio, un sorriso, una lacrima, un ammonimento, un perdono, una preghiera. Non chiudere mai la porta, perché è Cristo che bussa, che chiede, nella veste del fratello afflitto, la tua delicata bontà sacerdotale. Mi pare che il papa Francesco, qualche giorno fa, parlando con il suo consueto stile, abbia detto che due problemi negativi affliggono certo ceto ecclesiastico: le chiacchiere sempre abbondanti e le tasche sempre piene. Ecco, don Samuel ti auguro che le tue tasche siano sempre vuote a causa del continuo aiuto ai poveri ed emarginati e la bocca sempre chiusa alla ciarla petulante, ma sempre aperta alla preghiera fervida e all’annuncio del santo Vangelo. Hai la buona grazia di racchiudere la tua ordinazione fra la memoria della natività di Maria e la memoria del suo santo Nome: la Madonna, Madre dei sacerdoti, Madre di misericordia, ti protegga e ti assista con la sua dolce tenerezza e la sua intemerata premura.

Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen”. Con l’odierno testo biblico termino questa meditazione omiletica e, pieno di stupore e di tremore, mi appresto con voi al mistero arcano della nascita di un sacerdote cattolico. Sia lodato Gesù Cristo!