Battesimo di N.S. Gesù

Omelia
08-01-2017

Carissimi battezzati, rinati dall’acqua e dallo Spirito, cari lavati e immersi nella morte e risurrezione di Cristo: per questo motivo ci chiamiamo sorelle e fratelli. Siamo convocati all’assemblea sacra, alla Chiesa, perché nel battesimo siamo diventati un solo corpo, quello di Cristo, Figlio di Dio. Ed eccoci a celebrare la festa del battesimo del Signore Gesù, l’epifania al fiume Giordano, la manifestazione della divinità di Cristo al suo popolo Israele e al suo Precursore Giovanni il Battista.

Siamo qui nella celebrazione liturgica nel giorno del Signore, piccoli e grandi, uomini e donne, poveri e meno poveri, sacri ministri e fedeli laici, perché, come abbiamo ascoltato nella seconda lettura, gli Atti degli Apostoli, Pietro dice: “Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia”, cioè chi lo ama e lo cerca con cuore sincero e si comporta di conseguenza, chi accoglie la pace per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. Questa accoglienza di Cristo non si verifica astrattamente, non si realizza soltanto nell’esperienza individuale e intima, non si sperimenta secondo le convinzioni personali e arbitrarie, ma si vive entrando nel Corpo mistico di Cristo con il sacramento del battesimo, porta dei sacramenti e porta della comunità dei cristiani, la Chiesa. La fede cristiana è una fede comunitaria, si vive nell’Eucaristia e si dilata nella famiglia della Chiesa, si nutre della parola e si annuncia con la testimonianza della vita. Il cristiano non è un isola, la Chiesa è cattolica, parola greca che significa “universale”, cioè per tutti, con tutti, aperta a tutti. In questo senso dobbiamo anche intendere l’esortazione accorata di papa Francesco sulla Chiesa in uscita: chi ha conosciuto la vera luce e la vera gioia di Cristo sente l’esigenza impellente di comunicarla agli altri. Il battesimo si comunica.

Cosa è questo grande sacramento che fa la differenza della nostra vita? Noi siamo battezzati, siamo diversi dagli altri, e siamo responsabili di questo dono, nel senso che siamo i servi della umanità, costituiti apostoli e missionari per portare Cristo agli altri. E’ un dovere e un piacere.

Ascoltiamo le Sacre Scritture selezionate dalla Chiesa per questa festa. Proclama l’apostolo Pietro negli Atti: “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui”. Gesù è il Consacrato dal Padre, in ebraico Messia, in greco Cristo. Gesù, terminato la sua dimora nascosta a Nazaret, si mette in uscita secondo la volontà del Padre e si dirige all’appuntamento con il suo popolo al fiume Giordano per adempiere ogni giustizia e farsi battezzare da Giovanni. Ma il Signore non aveva bisogno di nessun rito di purificazione, era immacolato e santo, non c’era bisogno del bagno di penitenza che Giovanni celebrava in attesa, non aveva bisogno che le acque da lui create fluissero sul suo corpo puro, anzi erano le acque ad aver bisogno di toccare la potenza che profluiva da Cristo, per essere santificate e diventare salutari per il sacramento della rinascita, il battesimo dei cristiani.

Giusta la frase di Giovanni : “Sono io che debbo essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Siamo noi che abbiamo bisogno di Cristo, del battesimo nel suo sangue, nel suo amore, nella sua grazia. Abbiamo bisogno, con il battesimo sacramento, di innestarci in lui, di essere tralci uniti a lui che è la vite, di camminare con lui che la via sicura, di ricevere da lui il dono della gioia, l’ Evangelii gaudium , la gioia del Vangelo, come papa Francesco ci sta indicando con paterna insistenza.

Alle acque del Giordano, davanti al più grande dei nati di donna e al popolo pentito e pronto, si verifica l’epifania della Trinità, cioè della Verità di Dio Amore. Si aprono i cieli: nel linguaggio biblico non sono le nuvole, ma la sede di Dio. A volte l’espressione “cielo” indica Dio stesso. Il profeta Isaia l’aveva gridato, lo aveva invocato: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi! “. Finalmente si apre il cielo, quel cielo chiuso dal peccato originale e dall’inganno del serpente antico, menzognero fin dal principio. Lo Spirito di Dio, che non poteva discendere in terra, poiché infetta dal peccato, ora può librarsi su Cristo, l’uomo nuovo, il nuovo Adamo, e si può ascoltare la voce del Padre, senza veli e senza simboli, perché ormai Dio è sceso sulla terra.        Al Giordano si verifica la teofania cristiana: Dio è uno solo in tre Persone uguali e distinte Padre e Figlio e Spirito Santo. Il Figlio è in mezzo alle acque, il Padre fa sentire la sua voce dal cielo, lo Spirito si posa come una colomba. Ma la Trinità Santissima si rivela per la missione del Figlio, per far comprendere l’identità del Figlio, per manifestare tutto l’amore totale che il Padre ha nei confronti del Figlio, per comunicare tutta la gioia che il Padre ha per il Figlio. Il Figlio eterno del Padre è lì fra le acque, è Gesù di Nazaret, l’uomo Gesù, quel bambino che decenni addietro era stato adorato dai Magi, custodito e cresciuto da Maria e da Giuseppe, salvato dalla furia omicida di Erode tramite la fuga in Egitto e il sangue innocente dei bambini di Betlemme, ragazzo dodicenne al tempio per occuparsi delle cose del Padre suo, giovane lavoratore nella bottega del padre per sudare il pane quotidiano, fedele israelita al sabato nella sinagoga e nella vita con l’osservanza dei comandamenti di Dio.

Gesù di Nazaret è il Figlio di Dio, “nato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. Cosa è venuto a fare il Figlio sulla terra? Quale novità o utilità ha portato all’umanità di specifico? Si domanda papa Ratzinger nella sua trilogia su Cristo, e risponde che Gesù è venuto ha portare il vero volto di Dio, a farci conoscere il vero Dio, a farcelo vedere, perché è lui stesso. E questo non è poco, poiché se creduto veramente cambia, come ha cambiato, l’intera storia umana e la stessa nostra vita.

Nel sacramento del battesimo noi siamo inseriti in questa verità di salvezza. Anche su di noi scende lo Spirito Santo, anche su di noi il Padre può dire “questi è il mio figlio, che amo e di cui mi compiaccio”, anche noi diventiamo dunque figli nel Figlio, tempio dello Spirito Santo , membri della Chiesa, santi in quanti liberi dal peccato originale e immessi nella via della salvezza. Siamo i lavati, siamo i crismati, siamo gli invitati alla mensa del Signore, siamo gente santa, regale sacerdozio, stirpe eletta, popolo di sua conquista: siamo i battezzati.

Siamo grati ai nostri genitori che già nelle prime settimane di vita ci portarono al fonte della salvezza, siamo grati ai nostri cari padrini che ci accompagnarono e promisero al Signore di seguirci nel cammino cristiano insieme ai genitori, siamo grati a quel caro sacerdote che pronunciò su di noi il comando di Cristo per diventare una creatura nuova: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” e Cristo che ci sussurrava all’orecchio ancora ignaro: “Non temere. Io sono con te tutti i giorni, sino alla fine del mondo”(cfr Mt 28, 20).