Omelia Madonna Addolorata, Castelluccio 1° giugno 2023

01-06-2023

Omelia Madonna Addolorata, Castelluccio 1° giugno 2023

Carissimi fratelli e sorelle, carissimi concittadini, parenti e amici, reverendo parroco don Cristian, un saluto affettuoso a tutti voi. Rivolgo il saluto fraterno al caro nostro vescovo mons. Vincenzo Orofino, presente già da stamane nella nostra cittadina. Cari devoti della S. Vergine Addolorata di Castelluccio Inferiore, venerata in questa “miracolosa effige” come sempre si è scritto sulle immagini, certamente con approvazione ecclesiastica secondo la normativa canonica. E’ detta anche la Madonna del primo di giugno o anche la festa della Madonna del miracolo, come si esprime l’arciprete don Giuseppe Taranto nella relazione per la Visita pastorale del 1912, da ciò si desume che vi era una autorizzazione del vescovo di Cassano Ionio per il culto e la festa in questa data. Proprio mons. Taranto, spinto da alcune illazioni, nel 1898 aveva redatto un succinto riassunto dei fatti del giugno di due anni prima a introduzione di un quadernetto di resoconto economico della festa, già quindi approvata.

Carissimi, a mio ricordo e da quello che ho appreso, già dai primi decenni del secolo scorso si cominciò una certa reticenza sul miracolo del movimento degli occhi della sacra immagine, forse per evitare commistione con i fatti contemporanei della morte della serva di Dio Maria Angelica Mastrota di Castelluccio Superiore, avvenuta lo stesso giorno e sotto il severo giudizio della Curia vescovile. La memoria del miracolo mariano si rinvigorì nei primi di giugno del 1946, con la ripetizione degli eventi prodigiosi, di cui l’arciprete don Vincenzo Conte fece descrizione dettagliata al Vescovo del tempo, il famoso mons. Raffaele Barbieri, ma i rivolgimenti politici di quei giorni e le preoccupazioni ecclesiastiche ben presto ridimensionarono il fenomeno. L’avvento degli arcipreti non nativi causò anche un certo oblio dei fatti inspiegabili del 1896 e del 1946 circa la venerata immagine, ma continuò ovviamente, sempre accrescendosi, la solennità della festa del titolo dell’Addolorata, che si ampliò anche giustamente al venerdì santo e a settembre, con il centenario e l’incoronazione nel 1996, con l’arciprete don Raffaele Pandolfi. Il popolo devoto però da par suo ha continuato a tramandare il fatto degli occhi della Madonna, sia in valle Mercure che in valle Sinni.

Un nuovo impulso a carattere teologico e mariano fu dato dalla presenza continua dei vescovi di Tursi-Lagonegro, in particolare mons. Rocco Talucci, nelle sue omelie, riprese la teologia dello “sguardo” a partire dall’evento prodigioso degli occhi di Maria, lo sguardo della Madre sui suoi figli, uno sguardo di amore e protezione come dal testamento che il Figlio le affido dalla croce, accogliendo nella sua maternità per tutta la Chiesa l’apostolo prediletto Giovanni “Madre, ecco tuo figlio”, cioè a dire Madre ecco tutti i tuoi figli, cioè i miei fratelli e le mie sorelle, fedeli a me per tutti i secoli a venire. Da giovane prete notai questo arricchimento omiletico del magistero episcopale sui fatti miracolosi di Castelluccio: purtroppo non c’è traccia scritta, né delle prediche dei vescovi, pronunciati in quegli anni, né dell’omelia del cardinale Innocenti nell’occasione del centenario.

Come tutti sanno, e devono sapere, la prova scritta più autentica del miracolo degli occhi della Madonna, nella prima manifestazione, è il referto dell’arciprete del tempo, di cui fortunatamente abbiamo negli archivi parrocchiali l’originale, scoperto da me e da giovani collaboratori nel mese di luglio del 1985. Però è giusto rendere pubblica la notizia di un’altra prova veramente singolare che ho scoperto in questi anni recenti. Da alcuni storici locali appresi l’indizio che dei fatti di Castelluccio si erano occupato perfino i fratelli protestanti della zona e ne avevano scritto su una loro rivista abbastanza diffusa ovunque, intitolata “La civiltà evangelica” in contrapposizione evidente e solita alla rivista dei padri gesuiti “La civiltà cattolica”. Ma dove reperirla per indagare? Con l’aiuto di internet vengo a scoprire che la rivista cessò di essere stampata ben presto, però in alcune biblioteche di Italia risultava presente almeno in alcune rare copie, e a Roma alla grande moderna biblioteca nazionale vi erano alcuni esemplari anche del decennio ultimo del secolo 1800.  Nei miei viaggi mi recai alla biblioteca di Roma, ma il tempo a disposizione era poco e non riuscii a consultare i testi, ma riuscii con l’incaricato a reperire almeno la posizione fra i numerosi piani e gli innumerevoli scaffali. Pregai un caro amico nostro concittadino, residente nella capitale e cultore delle tradizioni castelluccesi, nonché devoto della nostra Addolorata, di completare l’indagine non facile.

 Dopo laboriosa ricerca, il 30 settembre 2021, mi fece la sorpresa, con il messaggio “missione compiuta”: mi mandò sui social il testo della rivista religiosa protestante de “La civiltà evangelica” che, udite attentamente, nel numero di giugno 1896, anno XXIII, n. 6, p. 44, rubrica “Eco religiosa”, riportava un breve e sorprendente articoletto dei fatti di Castelluccio Inferiore, su informazioni di prima mano comunicati da persone di confessione protestante della zona o probabilmente proprio di Castelluccio.

Miei cari, stasera per la prima volta, davanti alla sacra effige della Madonna del primo giugno, voglio leggervi in contenuto di questa singolare descrizione di coloro che non avevano alcune interesse ai fatti se non per sminuire e denigrare, data l’avversione dei nostri fratelli protestanti al culto della Madonna, alla Madre di Cristo nostro Salvatore. Ascoltate, il trafiletto dice così: “CASTELLUCCIO INFERIORE. – una nuova Madonna miracolosa – Ecco un altro paesello che aspira alla celebrità! In una corrispondenza da colà si legge: dal primo del mese questa popolazione è molto eccitata per la notizia subito sparsa in paese e nei dintorni, di un miracolo operato dall’immagine dell’Addolorata, che si trova in questa chiesa madre. Ecco il fatto, come generalmente viene raccontato: Nelle ore pomeridiane del primo corrente alcuni forestieri, visitando la chiesa madre, mentre osservavano l’immagine dell’Addolorata, s’accorsero ch’ella volgeva gli occhi al cielo, agitando le palpebre e movendo le labbra in atto di preghiera. Sparsasi subito la notizia, la folla numerosa accorse in chiesa, commentando il miracolo, e piangendo di commozione. Il miracolo si ripete ancora, ed il pellegrinaggio alla chiesa aumenta di giorno in giorno. E’ una grande vergogna, che in mezzo a tanta luce di progresso debbansi registrare fatti tanto ridicoli e scandalosi!”

Ciò che l’arciprete Taranto aveva descritto in sintesi prudente due anni dopo, l’avevano pubblicato i protestanti nello stesso mese degli avvenimenti con particolari più precisi, seppure con ironia, dileggio e scandalo versi i cattolici del luogo, ma facendo autogol! Il testo in fotocopia è custodito nell’archivio parrocchiale dal parroco don Cristian, a disposizione degli storici e degli interpreti. Insomma gli stessi avversari attestano negli stessi giorni gli avvenimenti, anzi dicono che per molti giorni avvenne la mozione miracolosa degli occhi e delle palpebre e che le labbra della statua si vedevano pregare verso Dio. Analizzando il testo si nota la stranezza che la descrizione del fatto risente di una testimonianza locale veritiera, commentata da un articolista che aggiunge il giudizio negativo. Affidiamo agli studiosi di storia locale un’analisi del testo nel suo contesto. Noi ringraziamo la guida di Dio e l’affetto della Madonna che ci ha fatto scoprire recentemente questo ulteriore tassello della storia religiosa del nostro paese, per consegnarlo ai posteri, ai giovani, che esorto a non disdegnare il segno che la Provvidenza divina donò alla nostra comunità.

  1. Giovanni Paolo II, visitando il santuario della Madonna del Calvario nella sua Polonia, luogo che aveva frequentato fin da bambino, così si espresse nell’omelia: “Quante volte ho sperimentato che la Madre del Figlio di Dio rivolge i suoi occhi misericordiosi alle preoccupazioni dell’uomo afflitto e gli  ottiene la grazia di risolvere problemi difficili, ed, egli, povero di forza, si riempie di stupore per la forza e la saggezza della divina Provvidenza… non sareste qui voi, carissimi, … se non seguendo le orme della passione e della croce di Cristo e l’itinerario della compassione e della gloria della sua Madre. Questo luogo, in modo mirabile, aiuta il cuore e la mente a penetrare il mistero di quel legame che unì il Salvatore che pativa e sua Madre che compativa. Al centro di questo mistero d’amore, chi viene qui ritrova se stesso, la sua vita, la sua quotidianità, la sua debolezza e, insieme, la forza della fede e della speranza: quella forza che scaturisce dalla convinzione che la Madre non abbandona il figlio nella sventura, ma lo conduce al suo Figlio e lo affida alla sua misericordia”, così S. Giovanni Paolo II il 19 agosto 2002 alla basilica santuario dedicato alla passione di Gesù e della Madonna addolorata di Kalwaria Zedrzydowska in Polonia, non lontano dagli odierni teatri di violenza e di guerra.

   Madonna addolorata, che come sul calvario piangi ancora per l’odio tra i tuoi figli, ti preghiamo e ti invochiamo, intercedi presso la SS. Trinità, unico Dio Amore, la pace, la pace.