Incontro del clero della Diocesi di Teano

27-10-2016

LA GIOIA DELL’AMORE, Teano, 27.10.2016, incontro del clero.

Un saluto cordiale e affettuoso a S.E.R. Mons. Arturo Aiello e a tutti i fratelli sacerdoti convenuti. Grazie per l’invito

Amoris laetitia, “ La gioia dell’amore”, mi piace tradurre anche “La gioia di amare”, “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20,35) . Non è la pagana ars amandi, è l’amor cristiano, detto anche dilectio o caritas o anche eros cristiano. L’esortazione apostolica postsinodale ha come argomento l’amore nella famiglia. Emanata da papa Francesco il 19 marzo 2016, consta di 325 numeri, quasi un numero al giorno per un anno, nove capitoli, una introduzione. Il sinodo ordinario sulla famiglia è citato 52 volte, il sinodo straordinario sulla famiglia 34 volte, papa Francesco 59 volte, Giovanni Paolo II 44 volte, s. Tommaso d’Aquino 13 volte, Benedetto XVI 7 volte, Paolo VI 6 volte, i documenti del concilio Vaticano II, la CDF e il Pontificio Consiglio per la famiglia e s. Agostino 3 volte, le conferenze episcopali di Australia, Corea, Argentina, Colombia, Cile, Kenia, Italia, Messico, Spagna, CELAM/Caraibi 1 volta. Antico Testamento: Pentateuco 39 volte, di cui 30 solo della Genesi; 21 volte i libri sapienziali e 20 volte i Salmi; 10 volte i Profeti; 2 volte i libri storici. Nuovo Testamento: 102 volte i Vangeli e 8 volte gli Atti; 49 volte le lettere paoline, di cui 21 dalla 1 Corinzi; 31 volte citazioni da altri testi neotestamentari. Qualifica del documento: esortazione (adhortatio), si situa al terzo posto dopo le encicliche e le dichiarazioni dogmatiche, ha elevato valore magisteriale; apostolica, insegnamento del Papa in quanto successore dell’apostolo Pietro, a cui Cristo ha dato l’autorità suprema su tutta la Chiesa; postsinodale, cioè frutto anche della consultazione di ben due sinodi dei Vescovi, cioè dei rappresentanti di tutto il collegio episcopale, che, con il Papa e mai senza di lui, è anche suprema autorità della Chiesa; sull’amore nella famiglia, l’argomento specifico. Lo stesso Papa intende l’Esortazione come una proposta per le famiglie cristiane a stimare i doni del matrimonio e della famiglia e un incoraggiamento a tutti a essere segni di misericordia e di vicinanza dove la vita familiare non si realizza perfettamente (5).

Il primo capitolo, “Alla luce della Parola”, pone giustamente il fondamento biblico del documento: Dio è il Creatore e la fecondità della coppia umana è “immagine” viva ed efficace, segno visibile dell’atto creatore (10). “La Parola di Dio non si mostra come una sequenza di tesi astratte, bensì come una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano qualche dolore, e indica loro la meta del cammino” (22). “Con questo sguardo fatto di fede e di amore, di grazia e di impegno, di famiglia umana e di Trinità divina, contempliamo la famiglia che la Parola di Dio affida alle mani dell’uomo, della donna e dei figli perché formino una comunione di persone che sia l’immagine dell’unione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo” (29).

Il capitolo secondo, “La realtà e le sfide delle famiglie”, mette in evidenza individualismo esasperato, desideri personali assunti come un assoluto, dinamiche di insofferenza e aggressività, ritmo stressante della vita attuale, incapacità di donarsi, precarietà volubile delle circostanze, mancanza di lavoro e di stabilità economica, malattie e le sofferenze,   vecchie e nuove schiavitù… “L’ideale matrimoniale, con un impegno di esclusività e di stabilità, finisce per essere distrutto dalle convenienze contingenti o dai capricci della sensibilità. Si teme la solitudine, si desidera uno spazio di protezione e di fedeltà, ma nello stesso tempo cresce il timore di essere catturati da una relazione che possa rimandare il soddisfacimento delle aspirazioni personali” (34). Il Papa afferma che non si può rinunciare a proporre il matrimonio per non contraddire la sensibilità attuale, per essere alla moda, per sentimenti di impotenza di fronte al degrado o di inferiorità di fronte alla potenza delle correnti culturali contemporanee; però non serve fermarsi al denuncia retorica dei mali o pretendere di imporre norme con la forza dell’autorità, ma dobbiamo essere umili e realisti nel riconoscere anche i nostri errori e valutazioni (36).”Siamo chiamati a formare le coscienze,non a pretendere di sostituirle” (37). “Molti non percepiscono che il messaggio della Chiesa sul matrimonio e la famiglia sia stato un chiaro riflesso della predicazione e degli atteggiamenti di Gesù, il quale nel contempo proponeva un ideale esigente e non perdeva mai la vicinanza compassionevole alle persone fragili” (38).

Il capitolo terzo, “Lo sguardo rivolto a Gesù: la vocazione della famiglia”. Un capitolo teologico: Gesù recupera e porta compimento il progetto divino su matrimonio e famiglia: “Per la durezza del vostro cuore…, ma da principio non fu così” (62), cfr anche Mal 2,16: “Io odio il ripudio”. Si ripercorre anche il magistero della Chiesa, specie GS e LG, poi HV, EN, FC, DCE; si puntualizza a livello dottrinale il sacramento del matrimonio, infine si delinea la problematica dei “semi del Verbo e le situazioni imperfette”, non quindi “irregolari”. “ Di fronte a situazioni difficili e a famiglie ferite, occorre sempre ricordare un principio generale: -Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni- (Familiaris consortio, 84). Il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, e possono esistere fattori che limitano la capacità di decisione. Perciò, mentre va espressa con chiarezza la dottrina, sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione” (79). L’Esortazione ribadisce con fermezza la posizione della Chiesa circa la trasmissione della vita, l’aborto , l’eutanasia, la fecondazione assistita, l’educazione dei figli.

Il capitolo quarto “L’amore nel matrimonio”, un capitolo di spiritualità biblica, a partire da 1 Cor 13, 4-7: carità, amicizia, passione, castità coniugale. Molto interessante per l’analisi sottile della relazione comunitaria fra persone. Stimolante anche per la vita comunitaria dei consacrati.

Il capitolo quinto, “L’amore che diventa fecondo”. Concepimento e nascita, maternità e paternità, figliolanza, fraternità, anzianità: “ Ogni bambino ha il diritto di ricevere l’amore di una madre e di un padre, entrambi necessari per la sua maturazione integra armoniosa” (172). Importante il passaggio sul discernimento del Corpo, secondo 1 Cor 11, 17-34: “L’Eucaristia esige l’integrazione nell’unico corpo ecclesiale. Chi si accosta al Corpo e al Sangue di Cristo non può nello stesso tempo offendere quel Corpo operando scandalose divisioni e discriminazioni tra le sue membra. Si tratta infatti di ‘discernere’ il Corpo del Signore, di riconoscerlo con fede e carità sia nei segni sacramentali sia nella comunità, altrimenti si mangia e si beve la propria condanna” (185). Questo passo illumina il capitolo ottavo sulla comunione eucaristica a coloro che sono impediti.

Il capitolo sesto, “Alcune prospettive pastorali”. Le famiglie sono i principali soggetti della pastorale familiare…il nostro compito è di cooperare nella semina: il resto è opera di Dio…Non basta inserire una generica preoccupazione per la famiglia nei grandi progetti pastorali. Affinché le famiglie possano essere sempre più soggetti della pastorale familiare, si richiede uno sforzo evangelizzatore e catechetico indirizzato all’interno della famiglia” (200). Il capitolo insiste su una conversione missionaria di tutta la Chiesa: il principale contributo delle parrocchia, dei seminari e degli studi teologici, degli operatori di pastorale familiare, sacerdoti e fedeli laici, la preparazione dei fidanzati, la celebrazione del matrimonio, l’accompagnamento delle giovani coppie, non dimenticando l’apporto prezioso delle associazioni e dei movimenti cristiani. “Oggi la pastorale familiare deve essere essenzialmente missionaria, in uscita, in prossimità, piuttosto che ridursi ad essere una fabbrica di corsi ai quali pochi assistono” (230). La pastorale familiare non può eludere il problema delle crisi, delle angosce, delle vecchie ferite e delle difficoltà all’interno delle famiglie, specialmente occorre accompagnare i coniugi e le famiglie dopo le rotture, separazioni e i divorzi: “Prendersi cura di loro non è per la comunità cristiana un indebolimento della sua fede e della sua testimonianza circa l’indissolubilità matrimoniale, anzi essa esprime proprio in questa cura la sua carità” (243).

Il capitolo settimo, “Rafforzare l’educazione dei figli”. Dov’è tuo figlio? C’è sempre bisogno di vigilanza, l’abbandono non fa mai bene…tuttavia l’ossessione non è educativa…il tempo è superiore allo spazio…si tratta di generare processi più che dominare spazi…Cerchiamo di capire dove i figli veramente sono nel loro cammino? Dov’è veramente la loro anima, lo sappiamo? E soprattutto: lo vogliamo sapere?” (261). Si insiste sulla formazione etica dei figli, sul valore della sanzione come stimolo, sul paziente realismo, sul contesto educativo della vita familiare, sull’educazione sessuale, sulla trasmissione della fede.

Il capitolo ottavo “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. Capitolo famoso e controverso. “Illuminata dallo sguardo di Cristo, la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite, dando loro il coraggio di compiere il bene, per prendesi cura con amore l’uno dell’altro ed essere a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano…la Chiesa deve accompagnarli come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo alla tempesta” (291), segue subito al numero 292 un atto dichiarativo sulla dottrina evangelica e magisteriale sul matrimonio cristiano. La legge della gradualità nella pastorale per le situazioni di matrimonio civile e di convivenza (cfr FC 34). “Una gradualità nell’esercizio prudenziale degli atti liberi in soggetti che non sono in condizioni di comprendere, di apprezzare o di praticare pienamente le esigenze oggettive della legge. Perché anche la legge è un dono di Dio che indica la strada, dono per tutti senza eccezione che si può vivere con la forza della grazia, anche se ogni essere umana avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio e delle esigenze del suo amore definitivo ed assoluto nell’intera vita personale e sociale dell’uomo” (295). Le due logiche della storia della Chiesa: emarginare e reintegrare…la strada giusta è quella di Gesù, quella della misericordia e dell’integrazione…non condannare eternamente nessuno, ma di effondere la misericordia di Dio su tutte le persone che la chiedono con cuore sincero…sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione”(296). Allora non “una nuova normativa generale di tipo canonico applicabile a tutti i casi”, ma afferma il Papa: “E’ possibile soltanto un incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari, che dovrebbero riconoscere che, poiché il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi. I presbiteri hanno il compito di accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo “ (300). I nn. che vanno dal 301 al 307 trattano delle circostanze attenuanti e delle norme per il discernimento pastorale, con citazioni di S. Tommaso di Aquino e di documenti del magistero pontificio e delle disposizione delle Congregazioni. “E’ meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno a una legge o a una norma generale, perché questo non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano” (304). La logica dell’integrazione corrisponde alla logica della misericordia pastorale, al volto di misericordia del Padre: opportunità dell’esortazione proprio nel Giubileo straordinario della Misericordia: “ Comprendo coloro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luogo ad alcuna confusione. Ma credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada” (308).

Il capitolo nono, “Spiritualità coniugale e familiare”. Ottimi spunti di riflessione sulla spiritualità nella comunione soprannaturale dei coniugi, sulla preghiera in famiglia alla luce della Pasqua, sull’amore esclusivo e libero, sulla cura, consolazione e stimolo reciproco fra gli sposi.

Considerazioni:

-l’Esortazione interpella non solo la pastorale, come potrebbe apparire, ma principalmente la filosofia e la teologia, specie la teologia morale;

-la relazione tra ideale e reale, dottrina e prassi, legge e situazione;

-tutto questo poi come si applica alla fede e alla testimonianza cristiana? Noi sappiamo che non si tratta di una dottrina, ma della stessa persona di Gesù Cristo, nostra grazia e nostra forza;

-Il tramonto di Pelagio? La rinascita di Mani e di Giansenio? Il pericolo dello gnosticismo;

– la rinuncia al mistero della persona e alle vie dell’onnipotenza divina;

– la questione ermeneutica dei testi del magistero pontificio (dichiarazione dogmatica, enciclica, esortazione, omelie, discorsi, messaggi, disposizioni disciplinari, libri, interviste, sms, telefonate, twitt);

-applicazione dei principi canonici ermeneutici ai testi del magistero: testo, contesto, passi paralleli e analogie, circostanze, mente dell’autore, parere degli esperti, interpretazione autentica dell’autore.