Omelia Solennità dell’Immacolata 2018

08-12-2018

08 dicembre 2018, omelia dell’Immacolata, cattedrale, Acerenza.

 

       Carissimi fratelli e sorelle, in cammino nel tempo liturgico dell’Avvento con Maria SS. Immacolata, cari aderenti all’AC diocesana rappresentata stamane dai consigli parrocchiali d’AC per ritirare la tessera di adesione all’anno associativo ‘18-‘19, cari aderenti all’AC di Acerenza, adulti, giovani e ragazzi, che proprio in questa celebrazione davanti al vescovo e al parroco rinnovate la vostra adesione alla preziosa e famosa Associazione ecclesiale, care famiglie dei gruppi parrocchiali dei bambini e dei ragazzi di catechismo che ogni domenica e solennità vi recate a questa celebrazione mattutina insieme ai genitori e ai catechisti per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucaristia. Un saluto particolare alla presidente diocesana sig.ra Donatina Telesca e al consiglio diocesano d’AC, nonché alle presidenze parrocchiali e ai parroci assistenti. Ancora ringrazio e saluto il Collegio degli assistenti, don Antonio Cardillo, assistente unitario e del settore adulti, don Domenico Beneventi, assistente del settore giovani, don Vincenzo Agatiello, assistente del settore ragazzi, un saluto al vicario generale e parroco della cattedrale don Domenico Baccelliere.

     Siamo qui nella solennità dell’8 dicembre, concepimento di Maria Immacolata, nove mesi prima dell’8 settembre, nascita della Vergine. Noi siamo qui a chiamarla insieme all’angelo Gabriele “Piena di grazia”, cioè senza peccato personale perché senza peccato originale fin dal primo istante in cui fu concepita nel grembo; ma non solo, era sta già pensata dall’eternità dal consiglio divino, immacolata concezione: “Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3,15). La prima donna e il primo uomo furono vinti dal serpente, questa donna Maria e il suo Figlio Gesù vinceranno per sempre il serpente ingannatore, il satana, il diavolo. E una festa dell’amore di Dio, della promessa antica della salvezza, della sua realizzazione in Cristo, il Figlio di Dio nato dalla Vergine immacolata.

   Come è potuto accadere che una creatura non è stata mai sfiorata dal peccato e dagli artigli di satana? Non certo per forza propria, ma sempre in previsione del sangue redentore di Cristo, poiché la carne pura del Signore non poteva nascere da carne infetta dal peccato seppure non attuale, ma originale. Il Figlio salvò la Madre in anticipo e fin dall’alba della sua esistenza, e la Madre poté concepire in grembo e partorire il Figlio incarnato, come da un tempio intatto e purissimo, come da sorgente limpida e cristallina, come da luce senza macchia. “Benedetto sia Dio Padre del nostro Signore Gesù Cristo che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,3-4), afferma s. Paolo nella lettera agli Efesini che abbiamo ascoltato, e che in Maria SS. si è già totalmente verificato.

Rallegrati, gioisci” (Lc 1,28), o Maria, ti diciamo insieme all’angelo e ti esaltiamo gioiosi insieme a te, Immacolata della gioia. Noi sappiamo quanta tristezza mette nel cuore il peccato, quanta angoscia, quanta oscurità. Tu sei gioia, perché in te contempliamo la nuova creatura che Gesù desidera in noi e che in te ha anticipato, perché noi avessimo la certezza che il suo sacrificio sulla croce e la sua Pasqua sono veramente potenti ed efficaci. Noi ci rallegriamo poiché tu, nostra madre e sorella carissima, proprio perché non conosci il peccato, ma sei piena di grazia, ci puoi soccorrere con pietà e potenza nella prova, nella tentazione e nella colpa, per farci forti come te e condurci alla conversione e alla grazia del perdono divino. Proprio perché tu non conosci le tenebre, ma ami solo la luce e sei luce riflessa di quella divina, puoi vedere quanta bruttura riveste la tenebra e, piena di affetto verso di noi, ti muovi per restituirci alla grazia.

   “Il Signore è con te…non temere” (Lc 1,28.30). Come sei umile, Vergine Maria, tu non conosci la superbia, l’orgoglio, l’invidia. Sarai madre del Figlio dell’altissimo, Gesù, che significa “Signore Salvatore”, figlio di Davide, re per sempre di un regno senza fine. Accogli questo annuncio in un cuore umile, e temi, e domandi come potrà avvenire questo nella tua verginità e nelle nozze promesse con il giovane Giuseppe, puro e casto. Come sul monte Sinai, come sull’arca dell’Alleanza, come sulla tenda del sacro Convegno, come la colonna di fuoco sul mar Rosso, cosi lo Spirito Santo e la potenza dell’Altissimo su di te, Immacolata, cosi nel tuo grembo prenderà carne e nascerà il santo Figlio di Dio.

     Ricevi il segno che pur ti si deve: la sterile ed anziana Elisabetta attende un figlio con il suo marito anziano Zaccaria, cosi la vergine e giovane Maria concepirà il Figlio di Dio senza concorso maritale del suo sposo Giuseppe. Nulla è impossibile a Dio.

       Si, la santa Chiesa Cattolica che si dibatte in questo difficile momento tra difficoltà, tentazioni e peccati, sia nei suoi pastori che nei suoi fedeli, può riprendersi e risollevarsi, nulla è impossibile a Dio. Le nostre famiglie affrante dalle sofferenze, dalle prove, dagli gravi errori del divorzio e dell’infedeltà, possono rialzarsi e riprendere il cammino della santità del matrimonio e della generazione ed educazione dei figli: nulla è impossibile a Dio. I nostri giovani disturbati e deturpati da venditori di morte e di nulla, possono certamente risorgere e crescere nella gioia e nella fede: nulla è impossibile a Dio. I nostri anziani e i sofferenti, prostrati nella solitudine e nell’abbandono, certo che possono riprendere a vivere la stagione dell’anzianità con saggezza e serenità per aiutare le giovani generazione: nulla è impossibile a Dio. Cosi gli odi, le inimicizie, le violenze, le guerre, le chiusure e gli egoismi, certo che possono essere debellati. Nulla è impossibile a Dio. La morte dell’anima con i peccati e la morte del corpo con la dissoluzione possono essere sanati, nulla è impossibile a Dio.

     Maria immacolata ci offre il segreto, per realizzare la potenza di Dio in noi: l’umiltà che è la vera povertà in spirito, affidarsi totalmente a Dio e confidare assolutamente in lui: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Il segreto di Maria, la fanciulla vergine di Nazaret, che nessuno conosceva se non Dio che l’aveva creata cosi, piedi grazia e di umiltà, piena di obbedienza alla volontà divina, piena di disponibilità all’evento della parola di Dio. Si verificò pienamente l’avvento di Dio nella sua vita. Vergine che insegna cosa è e come si vive il tempo liturgico e spirituale dell’avvento: dobbiamo concepire Cristo in noi, per partorirlo e donarlo al mondo, questo può avvenire solo con l’umiltà e l’obbedienza, con la verginità, con la purezza, con la rinuncia a Satana, alle sue opere e seduzioni, come abbiamo pronunciato al battesimo quando Cristo ci ha lavato dal peccato originale e ci ha rivestito di sé stesso, puro e immacolato.

     Dobbiamo metterci alla scuola di Maria immacolata, nelle case, nelle parrocchie, nei paesi e nelle cittadine, ovunque dove sono i cristiani. Dobbiamo riconquistare la compagnia di Maria, con il rosario, con le preghiere mariane dei secoli, con il nostro affetto, con la devozione e l’ascolto della parola di Dio, con la pace nei cuori. Il papa Francesco ci ha chiesto più rosario nelle parrocchie, nelle famiglie, nell’intimo del nostro cuore. Ci ha chiesto di pregare con l’antichissima invocazione Sub tuum praesidium, e noi oggi lo facciamo volentieri: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, o santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

     O cari cristiani cattolici, riprendiamo a camminare con Maria immacolata sulle strade di Cristo, non solo venerando le sue sacre immagini e peregrinando ai suoi suggestivi santuari o onorandola con feste solenni, ma inginocchiandoci con lei davanti alla volontà di Dio, facendoci affascinare dal suo splendore di umiltà e affidandoci alla sua intercessione materna e premurosa.

     Nostra Signora della Premura, come ci insegna papa Francesco, Madre della Chiesa come ci ha insegnato s. Paolo VI, Immacolata Assunta in cielo in anima e corpo come si canta in questa basilica cattedrale di Acerenza, Regina dell’Azione Cattolica come ti invocano adulti, giovani e ragazzi dell’Associazione ecclesiale: assistici, perdonaci, amaci sempre di più. Benedetto il frutto del tuo seno Gesù.