Omelia Solennità Assunzione di Maria Vergine

15-08-2017

15 agosto 2017, Omelia, cattedrale dell’Assunta, Acerenza.

   Carissimi fratelli e sorelle, revdi don Pierpaolo, parroco, don Samuel, vicario. Un saluto al capitolo dei canonici e al loro presidente, don Antonio, in questo giorno festivo solenne della titolare della cattedrale e della parrocchia. Dall’oriente all’occidente oggi i cristiani si raccolgono in preghiera e nel giubilo per la glorificazione della Vergine Maria, immacolata Madre di Dio. L’oriente la venera nella Dormitio o Koimesis, cioè nella Vergine dolcemente addormentata fra le braccia di Cristo risorto e portata come una pura bambina nel regno del Figlio, l’occidente la venera e la contempla mentre viene assunta in anima e corpo in cielo da Dio Padre onnipotente per godere con il Figlio Gesù la gioia e la pace senza fine. Tutta chiesa cattolica di ogni nazione e continente festeggia la gloria di Cristo risorto portata a compimento totale in Maria, redenta e salvata fin dal concepimento in previsione delle morte e risurrezione di Cristo. Non poteva quindi stare nella corruzione del sepolcro colei che ha dato al mondo l’Autore della vita, canta oggi la liturgia. Dio padre ha donato al mondo il suo figlio unigenito per la salvezza di tutto l’uomo, anima e corpo. La Madonna, che era senza peccato originale, ci ha preceduto tutta santa, tutta pura, tutta quanta in cielo: quello che si è verificato simultaneamente in Maria a causa della sua persona immune da ogni peccato, si verificherà anche in noi, se la imitiamo nell’amore e nell’obbedienza a Dio, per gradi però, noi segnati dal peccato avremo prima l’anima immortale che viene assunta presso Dio per essere giudicata e poi anche il corpo risorgerà alla risurrezione della carne alla fine del mondo. Quello che è ora in Maria totalmente, lo sarà anche per noi al compimento di tutto.

   E allora abbandoniamoci alle Sacre Scritture che ci comunicano la verità. Guardiamo anche noi questa Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle, come l’apostolo Giovanni descrive nell’Apocalisse, segno grandioso di arca dell’alleanza collocata nel tempio. In Maria figura la Chiesa che come nuova arca possiede nel suo seno il Cristo, da lui prende la luce più splendida del sole, con lui domina il tempo significato dalla luna, con i dodici apostoli e i loro successori come stelle guida la sua famiglia e il mondo intero. Maria è incinta e partorisce il Figlio maschio, anche tutta la Chiesa è chiamata a questa generazione continua di Cristo nel deserto, con doglie e prove di ogni genere, nella storia dell’umanità fino al regno definitivo. Il drago, il serpente antico, il diavolo, le potenze di questo mondo che, spinte da satana, si oppongono alla Donna e al suo Figlio. Il drago rosso sta sempre pronto per divorare il bambino della donna vestita di sole, ma non prevarrà mai, perche come afferma l’ultimo libro della scrittura: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”.

   La Vergine Maria è coronata di stelle, siede la regina alla destra del re Cristo, magnifica la sua anima il Signore, il suo spirito esulta nel suo Salvatore, perché Dio ha guardato all’umiltà della sua serva. Si, grandi cose ha fatto in lei l’Onnipotente: concezione immacolata, perpetua verginità, divina maternità, assunzione in cielo, maternità di tutta la Chiesa, avvocata di grazie, segno di consolazione, sicura speranza per tutto il popolo cristiano, ma tutto questo a tanto altro si è verificato in Maria perché il Signore le ha donato la cosa più importante, cioè l’umiltà di serva. Quanto vorremmo avere anche noi questa virtù in abbondanza: noi sempre superbi, alteri, violenti, giudicanti, orgogliosi, presuntuosi. Noi assorbiti dalle vanità del mondo e insidiati sempre dalla tracotanza verso Dio e verso il prossimo, quanto vorremmo specchiarci in questo cuore puro di Maria SS.! Ma non è un miraggio, non è un pio desiderio irrealizzabile: Abbiamo la grazia del battesimo, abbiamo la pienezza dello Spirito santo con la cresima, abbiamo il nutrimento divino dell’Eucaristia, abbiamo la preghiera della Chiesa nella intercessione della Madonna e di tutti i santi. Possiamo farcela! Pentiamoci e confessiamo le nostre colpe ai ministri di Cristo, riceviamo riconciliazione e perdono, alziamoci e continuiamo il cammino. Questa è umiltà, fiducia, forza contro il drago maligno, redenzione della nostra vita e nella carità anche della vita degli altri.

C’è nella festa dell’Assunta la proposta di una potenza straordinaria, non soltanto verso il trionfo celeste di ciascuno di noi in Cristo e come Maria, ma anche un invito pressante della Vergine che nel suo spirito profetico di dichiara la rappresentante di tutti gli umili della terra che confidano soltanto in Dio, quelli che lo temono nel rispetto, nell’obbedienza e nell’amore. Perché, dice la madonna nel suo cantico, il braccio potente di Dio innalza gli umili e ricolma di beni gli affamati, ma disperde i superbi, rovescia i potenti e rimanda i ricchi a mani vuote. Il Signore è misericordioso con i misericordiosi, volge lo sguardo da lontano verso i malvagi e coloro che provocano ingiustizie e prevaricazioni.

“Tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Verissimo. Infatti siamo qui, in questa magnifica cattedrale di Acerenza, la basilica dell’Assunta, per chiamare beata l’umilissima Maria di Nazaret. Beata significa felice. Cosi è rappresentata in questa nuova statua originale che abbiamo voluto donare alla bellezza di questa sede episcopale. Cosi come il grande pittore rinascimentale Tiziano Vecellio l’ha dipinta nel 1516 per la basilica di s. maria gloriosa a venezia, noi l’abbiamo ritratta in opera statuaria. Le braccia rivolete in alto per incontrale le braccia di Dio che la chiama al paradiso per esservi regina, il volto infiammato di amore e gli occhi tutti protesi verso il Signore, le vesti al vento dello Spirito santo, gli angeli che la portano in trionfo in cielo, tutta avvolta di luce e di gioia. Al centro dell’opera del pittore Tiziano, tra il Padre Eterno e gli apostoli stupiti e intimoriti, il grembo materno di Maria, benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù.

Caro popolo di Acerenza, avete vissuto la novena, avete organizzato il corteo storico in onore della cattedrale dell’Assunta, adesso è il momento della gioia. Anche noi saremo come lei, anche la nostra anima salirà al cielo al momento di sorella morte, anche il nostro corpo risorgerà dalla polvere della terra, anche per noi è riservata la felicità di Cristo Risorto, se come lei saremo totalmente di Cristo.

Fatima