Omelia, santuario Madonna dell’Alto, Pedali di Viggianello, 22 luglio 2017

22-07-2017

Omelia, santuario Madonna dell’Alto, Pedali di Viggianello, 22 luglio 2017

 

Carissimi fratelli e sorelle, beneamati e ritrovati, cari parroci don Stefano Mendez e don Saverio Zorzi, a voi un saluto affettuoso. Saluto mia madre e i miei parenti presenti a questa celebrazione all’antico santuario montano ed estivo di Maria SS. del monte Alto. Dico montano ed estivo poiché, come è noto, da autunno a primavera la sacra effigie della Madonna viene venerata alla chiesa parrocchiale di Viggianello. Una tradizione che accomuna le due parrocchie, le due comunità e l’intero territorio comunale. Rivolgo il mio pensiero grato a S.E. mons. Vincenzo Orofino, nostro vescovo, che sa di questa mia presenza e anzi è contento di sapermi nella zona dove con gioia e sacrificio ho svolto parecchi anni del mio ministero presbiterale. Come non ricordare anche gli anni che ho vissuto nel silenzio e nella meditazione della nuova e bella struttura in contrada Anzoleconte, insieme a don Mario Radesca, a don Antonio Donadio, a don Paolo Torino.

Eccoci a quasi mille metri di altezza, in questo santuario mariano a struttura rurale, oggi totalmente restaurato, per mio interessamento presso il governo regionale: non lo dico per me, ma gloria di Maria SS. Voi ricorderete lo stato pietoso in cui l’edificio versava, potete trovarne traccia nel mio libretto “La Donna dell’Alto”, dove riprendo gli antichi racconti della pastorella muta che vide la S. Vergine e il suo divino Bambino, attorno al 1775, data scolpita nella pietra sul portone del santuario. Da ragazzo vi venivo con i familiari a piedi, o con cavalcature, l’ultima domenica di maggio. Si arrivava per i tratturi di montagna, si attraversano il torrente della Peschiera, si risaliva per il bosco Ginepro e le alture di queste cime e finalmente si sbucava per il sentiero dietro il santuario: c’è ancora! Per me è una suggestione indicibile.

Ma andiamo alla Parola di Dio, quella è sicura, ed è il motivo che ci porta qui insieme, all’Eucaristia, e la Madonna ci chiama per portarci a Cristo. Oggi la Chiesa festeggia anche S. Maria Maddalena, una donna che si era convertita e che era diventata importante discepola di Gesù nel gruppo delle donne che lo seguivano e assistevano il Signore e gli apostoli con i loro beni. Un fatto sorprendente per quei tempi, sia nel mondo ebraico che pagano. Il gruppo di S. Maria Maddalena si stringeva attorno a Maria, la Madre del Maestro, che, dopo Nazaret e la morte di S. Giuseppe, seguì il Figlio fino a Gerusalemme, al calvario e alla mattina di Pasqua: la risurrezione di Cristo!

Nella lettura dell’Antico Testamento abbiamo ascoltato il passo famoso del Cantico dei Cantici in cui si esprime tutto l’affetto di Dio per il suo popolo, di Cristo per la sua Chiesa, dell’anima verso il Signore. Tutti i discepoli e gli apostoli erano protesi verso le parole, i segni e gli esempi di Cristo, il gruppo delle donne lo faceva con la propria sensibilità, ma tutte, come Maria di Magdala, guardavano all’esempio della Madonna e da lei apprendevano anche tutto ciò che sapeva sull’identità e la missione del Signore Gesù. La Madonna Madre e discepola le conduceva al Maestro, come d’altronde faceva con tutti. La Santa Vergine sostenne le donne sotto la croce del Figlio, presente anche il giovane apostolo S. Giovanni, rincuorò i discepoli di Gesù nel silenzio del Sabato Santo, gioì nella risurrezione di Cristo che attendeva piena di fede, lo vide vivo e vivente fino all’Ascensione, pregò e attese con gli Apostoli nel cenacolo il fuoco della Pentecoste, ossia lo Spirito Santo. La Vergine Maria continuò ad assistere con la sua intercessione la prima Chiesa fino alla sua assunzione in cielo in anima e corpo. Dal cielo continua ad assistere noi tutti e ad annunciare, come in quel primo mattino, insieme ai fedeli di ogni tempo: “Ho visto il Signore! È risorto! Vive per sempre!” (cfr Gv 20,18; Lc 24,6; Mc 16,6; Mt 28,6; Apoc 1,18). La Vergine Maria è la Madre immacolata di Cristo e ne è la discepola perfetta.

Miei cari fratelli e sorelle, convenuti su questo monte, voi sapete che i racconti e gli indizi storici ci tramandano che la Madonna affidò a una povera ragazza il suo messaggio di amore e di pace, di fede e di preghiera, per la cittadina e per l’intera valle. Ma quale messaggio più grande e splendido del trionfo di Cristo morto per noi e risorto per la nostra salvezza? Penso che l’evento che gli anziani per secoli ci hanno raccontato abbia proprio questo di essenziale: Cristo è vivo, le Vergine e gli Apostoli lo assicurano, i discepoli lo annunciano e la Chiesa brilla ancora come città posta sul monte per illuminare con questa verità di salvezza il mondo intero.

Ma c’è anche un altro particolare che non ci deve sfuggire e che io ho cercato di predicare negli anni in cui sono stato felicemente con voi. La Madonna, come ha fatto sempre, ha scelto una fanciulla povera e muta per convincere i potenti e parlare a tutti della bontà e potenza di Dio. È sempre il cantico del Magnificat, lei è l’umile che rispecchia l’umiltà di Cristo, grandi cose ha fatto in lei l’Onnipotente, Santo è il suo Nome: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati e rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1,51-53). Miei cari sacerdoti e fedeli tutti, il monte Alto ci insegna il Vangelo di sempre, che cioè, con la grazia di Dio, siamo chiamati ad amare il prossimo. E’ un messaggio impegnativo, in una società densa di discordie, di litigi, di vendette, di inimicizie. Pace, perdono, amore fraterno, carità verso i poveri, comprensione verso tutti, a nome di Cristo che perdonò perfino sulla croce e sempre ci perdona nel pentimento e nella confessione sincera dei nostri peccati.

Se, come ho scritto, nei paesi circonvicini i nomi del santuario possono essere differenti, qui nel vastissimo territorio viggianellese si dice a Madonn’ i l’Autu, che significa “Madonna dell’Alto”, ossia il nome del monte, ma anche dell’Alto, ossia dell’altissimo Dio onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo. Però in questi anni insieme a voi, mi hanno detto, con stupita considerazione, che nel dialetto locale può significare anche “Madonna dell’Altro”, cioè del prossimo: il fratello o la sorella nel bisogno e nella necessità, che occorre soccorrere e amare. Che secondo e nascosto significato! Non si considera abbastanza. Pensiamoci, pensiamoci sempre: una missione! L’altro non mi è nemico ed ostacolo, ma la stessa presenza di Cristo povero e sofferente, che mi chiede amore o aiuto.

O Maria SS. dell’Alto, Regina degli apostoli e delle discepole, amica di S. Maria Maddalena, che fu apostola degli apostoli, amica e madre di quella fanciulla a cui donasti per molti giorni aiuto e compagnia, nonché l’insegnamento delle “cose di Dio”, facci leggere e meditare sempre la divina lettera del Vangelo e, come nella tua sacra immagine, mostraci sempre il frutto del tuo seno, Gesù.