Omelia Messa del Crisma 2023

05-04-2023

Omelia Messa del Crisma 2023

Carissimi fratelli e sorelle nel Battesimo e nella Confermazione, unti con l’olio dei catecumeni e con il sacro Crisma per il sacerdozio battesimale, e siete, miei gentili, la maggiore schiera del gregge di Cristo buon Pastore; carissimi sacerdoti della nuova alleanza, unti con il sacro Crisma per il sacerdozio ordinato ministeriale; carissimi malati e sofferenti, unti con l’unzione degli infermi per il sacerdozio della prova e del dolore; cari consacrati e consacrate che nell’unzione della Iniziazione cristiana avete ricevuto la vocazione per la professione dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza.

   “Lo spirito del Signore Dio e su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio” (Isaia 1,1; cfr. Lc 4,18). Innanzitutto, fratelli e sorelle, adoriamo lo Spirito Santo che ci ha invitati e spinti a partecipare a questa solenne liturgia eucaristica per la benedizione degli Oli santi, nella chiesa della cattedra del vescovo, con tutte le componenti dei christifideles, dei fedeli di Cristo: ministri ordinati, consacrati e laici, con le famiglie e i nostri cari figli. E’ lo Spirito Santo che dalla bocca divina di Cristo, crocifisso e risorto, per volontà del Padre, si è posato su di noi e guida la Chiesa per la salvezza del mondo. Ma prima che su di noi, e disceso su Gesù, concepito di Spirito Santo e su di lui è sceso alla teofania del Giordano.

Miei carissimi, adsumus Sancte Spiritus, siamo qui o Santo Spirito, unti, consacrati da te, Paraclito dolcissimo. Un popolo di sacerdoti, re e profeti. È iniziato tutto con il Battesimo, quando abbiamo ricevuto, nella liturgia introduttiva dell’iniziazione, l’Unzione dei catecumeni, abbiamo ricevuto la forza dello Spirito Santo per iniziare a sfuggire la presa del nemico che con il peccato di origine ci dominava, come gli antichi lottatori che ungevano le loro membra per sfuggire nella lotta alle spire dell’avversario. Siamo quelli della lotta contro Satana, siamo armati e chiamati alla vittoria, non alla disfatta e alla resa.

Per noi tutti vi è l’Unzione degli infermi: siamo infermi, cioè non fermi nella prova, sia fisica che spirituale. Le malattie del corpo si accompagnano ai mali più temibili dell’anima, il disagio fisico si accompagna con quello dello spirito. Abbiamo bisogno del medico celeste, del farmaco della sua grazia, dell’olio dello Spirito Santo per lenire le sofferenze e avere coraggio nelle tentazioni: solo così potremo stare saldi e non instabili, potremo guarire dalle nostre paralisi, sordi e muti alla sua parola, ciechi alla sua persona e a quella dei fratelli in necessità. Olio degli infermi che ci richiama alla carità verso il prossimo ammalato o provato dalla vita, per soccorrere e condividere.

Poi il sacro Crisma, dal nome di Cristo: noi confermati dallo Spirito per essere conformi a Cristo. Nel Battesimo abbiamo ricevuto il segno del Crisma e nella Confermazione sacramentale il sigillo e dono crismale della pienezza dello Spirito Santo nel tempio che siamo noi. Nel sacramento nuziale tra l’uomo e la donna, battezzati e confermati con il sacro Crisma, viene donato loro la grazia per vivere l’unità e la comunione, la fedeltà e l’indissolubilità del vincolo d’amore e la fecondità nel donare la vita ai figli. Nella consacrazione e unzione del sacramento dell’Ordine si diventa altri cristi nel servizio e nel sacrificio per sostenere l’unzione battesimale di tutti gli altri fedeli, specialmente con il nutrimento necessario dell’Eucaristia. Nella vita consacrata non avviene altro che portare al massimo l’unzione del battesimo e della cresima, per essere il buon profumo di Cristo nel mondo.

Un popolo di sacerdoti, re profeti. Sacerdoti perché ormai il culto in spirito e verità si svolge nel cuore e noi siamo chiamati e consacrati per offrire ogni giorno in sacrificio spirituale il nostro corpo, la nostra persona, sull’altare della vita che Dio ci ha donato. Siamo re, perché siamo unti per governare, reggere e dirigere la nostra vita, per amare Dio con tutto il cuore, l’anima e le forze e amare il prossimo come noi stessi. Siamo profeti, perché nello Spirito del Risorto siamo consacrati, unti, per annunciare con le opere e con le parole il vangelo di Cristo: l’evangelizzazione in ogni ambito e in ogni circostanza, con umiltà e verità, anche a costo di persecuzione, rifiuto, derisione e condanna.

Ma l’unzione e la consacrazione non possono avvenire, nella causa e negli effetti, se non per Cristo, con Cristo e in Cristo, cioè nel suo corpo immolato e nel suo sangue versato, nella sua passione, nel suo dolore di amore, nella sua Pasqua, nutrendosi nella Pasqua eucaristica continuamente, nella Messa: Parola e Pane, annuncio e sacramento. L’unzione per la consacrazione è per la santità del cristiano, la vocazione alla santità, e gli unti, i rigenerati nell’acqua viva, i guariti dalla nativa cecità, i risorti dal sepolcro, non possono vivere la condizione senza l’Eucaristia, senza il nutrimento pasquale, in una continua vita penitenziale di riconciliazione e sincera confessione dei peccati.

Chi siamo noi sacerdoti in mezzo al popolo di Dio? Noi siamo gli unti, i ministri consacrati nell’Ordine sacro, per servire questo popolo, corpo mistico di Cristo, edificio spirituale, campo e vigna del Signore, tempio della nuova alleanza, gregge del buon Pastore e dell’Agnello immolato. Le nostre mani sono state unte di sacro Crisma per invocare il Padre celeste che mandi il suo Spirito tramite il suo Figlio Gesù Cristo, per consacrare il pane e il vino che diventano cibo di vita eterna per loro e per noi, per amministrare gli altri sacramenti, per assolvere  coloro che sono legati dal peccato e dal Maligno, per indicare sempre il Signore che vince il male del mondo: noi sacerdoti con la bocca sempre adornata dalla parola di Dio, di cui siamo profeti istituiti e inviati. E io Vescovo anche con l’unzione non solo sulle mani, ma anche sul capo, perché le mie azioni e il mio pensiero siano sempre unzione per gli altri nel dono immeritato e incommensurabile dello Spirito di Dio.

Miei cari presbiteri in particolare, solo da questo deriva la nostra missione dell’annuncio e della catechesi, della liturgia e dei sacramenti, della diaconia di servizio totale agli altri fratelli e sorelle. Ricordiamo ancora al Signore la nostra anima sacerdotale nel battesimo, cresima e ordine sacro. Preghiamo per i nostri fratelli presbiteri defunti, camminarono con noi a servizio del popolo diocesano, ora ci assistono con la preghiera dal cielo nella liturgia celeste: don Nicola Scioia un anno fa era qui nel presbiterio alla Messa crismale, mons. Michele Scandiffio pregava per noi dalla sua casa terrena, ora ci assistono dalla celebrazione eterna. Miei cari fratelli sacerdoti, raccomando lo zelo apostolico e pastorale nelle parrocchie e nei riguardi di tutti, specie quelli che vediamo più delusi, più indifferenti e forse anche ostili. Vi raccomando la cura instancabile per i battezzati e cresimati giovani: pianticelle del Signore che la siccità o la burrasca tentano di abbattere. Ci siamo e ci dobbiamo essere anche noi per coltivare il vivaio e difenderli dal pericolo.

Oli santi, sacro crisma, fonte di unzione di santità: grazie Signore che crei sacerdoti, profeti e re per la vita cristiana. Grazie per i recenti Servi di Dio della nostra arcidiocesi per cui la Chiesa ha approvato un iter processuale di beatificazione: Francesca Lancellotti di Oppido, madre di famiglia e missionaria con il dono spirituale del consiglio; madre Gemma Adesso, di S. Chirico Nuovo, fondatrice di istituto religioso e seguace gioiosa della passione di Cristo; Domenico Mangano, di Anzi, padre di famiglia, impegnato nel lavoro e nel servizio politico, seminatore di semplicità cristiana, premuroso e attento ad ogni fratello o sorella, membro di spicco nel movimento dei focolari. Questi tre cristiani, dal battesimo, cresima ed eucaristia, figli della nostra diocesi, ci indicano l’importanza delle famiglie, dei cristiani di vita consacrata, della missione secolare nel mondo.

I movimenti e le associazioni cattoliche, cari fratelli presbiteri, specie parroci: non disdegniamoli. Sono a maggioranza di cristiani laici. Se approvati dalla Chiesa e dal vescovo, dobbiamo fare di tutto per incoraggiare, sostenere e guidare. Se ancora vividi e fiorenti, sono necessari alla Chiesa e alla società, oggi più di ieri, in un contesto difficile per l’annuncio del vangelo e la testimonianza cristiana. Miei cari parroci, gli organismi di partecipazione e di consultazione, composti per lo più di cristiani laici: è dovere nostro tenerli in grande considerazione secondo il dettame teologico e pastorale, spirituale e battesimale, in un sinodo permanente di comunione, partecipazione e missione. Altrimenti a che servirebbe questa celebrazione eucaristica sinodale e crismale, con la consacrazione del crisma e la benedizione degli oli? Ditemi un po’ voi, miei cari sacerdoti, unti proprio per dare gloria e culto a Dio e per il servizio ai cristiani laici, con autorità certo, ma di servizio!

Oli santi! O Cristo unto del Padre, unzione di grazia e di amore, di sacrificio e di resurrezione, sanità e salvezza del corpo e dell’anima, di tutta la nostra persona, mantienici nella consacrazione, consacraci sempre nella verità, quella verità per cui tu, Figlio di Dio, sei salito in croce!

Vergine Maria, Madre del Consacrato, dell’Unto, del Cristo, del sommo ed eterno Sacerdote, aiuta tutti noi, popolo e Pastori, in questo cambiamento d’epoca. Siamo indecisi, disorientati, a volte pavidi, tentati alla ritirata. No, Madre! Facci comprendere, come nella sinagoga di Nazaret, dove eri anche tu quel giorno, quando, o Maria, tuo Figlio disse: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (Lc 4,21).