Omelia, Dedicazione della Cattedrale, ammissione agli Ordini sacri di Giorgio Carmelo Maio, 13.05.2022

13-05-2022

Omelia, dedicazione della cattedrale, ammissione agli Ordini sacri di Giorgio Carmelo Maio, 13.05.2022

Carissimi fratelli e sorelle, reverendi Canonici, tra i quali il Parroco e il Presidente del Capitolo, cari sacerdoti convenuti alla solenne celebrazione eucaristica nella dedicazione della Cattedrale, in questo giorno mariano del titolo di Fatima. Un saluto affettuoso al caro giovane seminarista Giorgio Carmelo Maio, insieme alla sua famiglia e ai fedeli della parrocchia di “San Giorgio”, nel comune di Pietragalla, e agli amici seminaristi, venuti tutti in pellegrinaggio. A questa data celebriamo ogni anno la Dedicazione della millenaria cattedrale, se partiamo dall’edificazione normanna, altrimenti dovremmo andare ai primi secoli cristiani con la memoria dei diaconi martiri Mariano e Laviero, e poi con la traslazione delle venerate reliquie di S. Canio, vescovo martire tra Africa e Italia meridionale. È significativo che la festa della Dedicazione della cattedrale avvenga sempre in tempo pasquale, occasione ancora per annunciare il kèrygma: “Cristo è risorto, alleluia! E’ apparso agli Apostoli, alleluia! E’ il Signore, Alleluia!”. Anche queste antiche e belle pietre lo suggeriscono da tanti secoli.

Le letture bibliche proclamate ci offrono una profonda meditazione. Negli Atti degli Apostoli il diacono Stefano ricorda la presenza della gloria del Signore nella tenda della testimonianza e nel tempio di Gerusalemme. Il popolo dell’Antica Alleanza poteva avere in quel segno la certezza della potenza e della protezione di Dio unico e vero, pur nelle traversie di secoli, tra fedeltà di Dio e infedeltà degli uomini, tra pentimento e rinnovamento, peccato e misericordia, distruzione e ricostruzione. Subito però il brano della prima lettura, citando i Profeti, afferma con chiarezza che Dio altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo, perché lui è il Creatore dell’universo ed è in cielo, in terra e in ogni luogo.

È chiaro dunque che l’antica dimora era soltanto una prefigurazione, una preparazione, di una dimora di Dio fra gli uomini, ma eterna e indistruttibile. E’ la domanda che al pozzo di Giacobbe la samaritana rivolge a Gesù: “Dove bisogna adorare Dio?”. Gesù risponde che fino a quel momento è stato il tempio della Città Santa il luogo comandato per l’adorazione, ma adesso è tutto nuovo e definitivo, perfetto e completo, poiché inizia l’adorazione in spirito e verità, che Dio Padre gradirà per sempre, cioè secondo lo Spirito Santo e la verità di suo Figlio Gesù Cristo. Il Figlio eterno incarnato sarà il vero e unico tempio in cui e tramite cui si potrà adorare il Padre, perché Dio è spirito. Qui si rivela la caratteristica unica della fede cristiana: edifichiamo i sacri edifici, dalle cappelle più umili alle cattedrali e basiliche più sontuose, eppure la nostra fede non dipende da luoghi e tempi, poiché il nostro tempio è Cristo. Perfino la sua parola e i suoi sacramenti, nella loro semplice essenzialità, si possono annunciare e celebrare ovunque, perché è Cristo che celebra e si offre al Padre, nella sua comunità sparsa per il mondo, con i suoi sacerdoti e il suo nuovo popolo.

Certo per la dignità del culto, le esigenze esterne, la sacralità della liturgia cristiana, la facilità della lode e della santificazione, anche noi cristiani abbiamo bisogno di luoghi e tempi sacri, per custodire il Santissimo Corpo, l’Altare, i sacro Libro e le sacre icone, per avere uno spazio sacro per la comunità, ma se eventi violenti cancellassero tutti i luoghi sacri dei cristiani, la fede rimarrebbe intatta perché il tempio è Cristo in cui noi possiamo adorare in spirito e verità. E’ un aspetto del cristianesimo poco esplorato e considerato: ma ne fa la differenza con i riti e costumi religiosi dell’umanità, che sono obbligati da spazi e tempi.

Ma c’è una fondamentale conseguenza, frutto della redenzione operata da Cristo crocifisso e risorto. Abbiamo ascoltato dall’apostolo Paolo: “Voi siete l’edificio di Dio… nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo… non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?… santo è il tempio di Dio che siete voi!” (1Cor 3, 9-11.16-17)). Che religione vera! Che fede perfetta! Tutto viene riportato all’uomo e alla sua salvezza e santità tramite Dio che si è fatto uomo e, liberandolo dal peccato e dalla morte, lo ha reso tempio di Dio e abitazione del suo Spirito. Ecco perché potrebbero anche distruggere tutte le costruzioni e le edificazioni esterne del cristianesimo, ma resterebbe sempre indistruttibile la verità interiore ed eterna: Cristo tempio e il cristiano tempio, per il battesimo e la cresima, per il nutrimento eucaristico, il simbolo della fede, l’unione con i Pastori, le opere di speranza e carità, il martirio stesso.

In questo senso veritiero la nostra bella cattedrale ha un senso grandioso, come ogni chiesa, in cui si raduna la Chiesa e viene celebrato il Corpus Domini, è un sacramentale di Cristo tempio e della Chiesa tempio, tanto è vero che nel linguaggio latino il nome della comunità Chiesa ha dato il nome pure all’edificio.  Ma mai confondere però la bellezza, l’arte, la storia e l’architettura delle chiese del mondo cristiano, con la la famiglia dei cristiani, ossia l’unità dei cuori e delle menti in Cristo, sacerdoti, consacrati e fedeli laici, che ovunque testimoniano il Vangelo.

Siamo nella settimana del buon Pastore. Il Papa ci ricorda, nel suo messaggio, che siamo tutti chiamati ad edificare la famiglia umana e un mondo fraterno, nella missione e nella custodia, sotto lo sguardo di Dio. Ecco questo nostro giovane Giorgio che sta seguendo, già nella sua famiglia e nella parrocchia, adesso anche nella Diocesi e nel Seminario la strada a cui Cristo lo chiama: il sacramento dell’Ordine sacro.  Non è una cosa scontata che oggi un giovane risponda sinceramente e affermativamente alla chiamata del Signore, ad essere suo ministro e missionario nel sacerdozio.  Giorgio si sta preparando da tanti anni: Gesù risorto, buon Pastore lo sostenga e lo illumini sempre di più in questo cammino, in questo sinodo che pure lui sta compiendo, insieme ad altri giovani generosi, nell’approfondimento della vocazione.

Questa basilica cattedrale è dedicata a Dio in onore di Maria SS. Assunta in cielo in anima e corpo: oggi si ricorda il titolo mariano di Fatima, villaggio del Portogallo, dove nel 1917 apparve la Vergine a tre giovinetti. Una predilezione della Madonna per i ragazzi e i giovani! Forza ragazzi, forza cari giovani, la Madonna vi preferisce! Non possiamo ignorare che gli avvenimenti di Fatima erano legati misteriosamente a un futuro che in parte abbiamo vissuto, vi era la carneficina della prima guerra mondiale, fu predetta una seconda peggiore, fu detto che la nazione russa avrebbe sparso errore e orrori, fu preconizzato alla Chiesa e al Papa continua prova e sofferenza, il 13 maggio 1981 san Giovani Paolo II fu vicino alla morte per il grave attentato, adesso ancora guerre, e quella in Europa, che riguarda l’invasione russa. Che mistero è Fatima? Non del tutto abbiamo compreso, non del tutto è stato compiuto. Una cosa è certa, cari sacerdoti, cari giovani seminaristi, cari fedeli radunati, devoti della Vergine Maria: Dio è spirito e cerca adoratori in spirito e verità; Cristo è il tempio, che distrutto, è stato riedificato in tre giorni di morte e risurrezione; lo Spirito Santo abita in noi come santo tempio di Dio, di cui questa cattedrale è segno e figura. Dio onnipotente la conservi ancora per secoli e secoli, non come blasone, ma come sprone, per vivere più intensamente la fede, la speranza e la carità.