Omelia 31 dicembre 2018 – Cattedrale

31-12-2018

31 dicembre 2018

Omelia, Cattedrale – ACERENZA

 

Carissimi fratelli e sorelle, reverendi sacerdoti, parroco e canonici capitolari, amati figli partecipi alla S. Messa di ringraziamento a termine dell’anno civile. “Noi ti lodiamo o Dio, ti proclamiamo Signore… i cieli e la terra sono pieni della tua gloria, ti acclama il coro degli apostoli e la santa schiera dei martiri”. In questa solenne celebrazione eucaristica del Te Deum di ringraziamento al termine dell’anno civile, veramente ci uniamo ai cieli e alla terra nel glorificare la maestà di Dio onnipotente, perché l’universo intero è pieno della sua gloria e della sua bontà. Il tempo, la storia, il destino della nostra umanità, la nostra salvezza è nelle sue mani e tutto conduce con la sua mirabile provvidenza.

Il coro degli Apostoli lo acclama: ci uniamo anche noi, come Chiesa tutta, a questo coro di verità. Gli Apostoli ci hanno annunciato il mistero di Cristo, la sua concezione e la sua nascita dalla santa Vergine, la sua crescita in sapienza, età e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini, la sua vita umile e nascosta nella famiglia di Nazaret, la sua predicazione pubblica nell’annuncio del regno di Dio, la sua passione e morte sulla croce, la sua gloriosa risurrezione e ascensione alla destra del Padre, il dono dello Spirito Santo. Credo la Chiesa apostolica, proclamiamo nel simbolo della fede. Gesù ha chiamato i Dodici e gli altri numerosi apostoli per essere annunciato e testimoniato nel mondo. Pietro che conferma i suoi fratelli con la sua professione: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Giovanni che ci ha fatto sentire la sua voce in questi giorni con il chiaro annuncio: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) ). Paolo che a tutti i popoli annuncia con la sua conversione: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Ti acclama il coro degli Apostoli e Giovanni ci ricorda ancora nelle sue lettere: “Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato” (1Gv 3, 23).

La candida schiera dei martiri lo acclama. Uniamoci anche noi in questa solennità dell’ottava di Natale ai testimoni della fede che hanno reso candida la loro veste lavandola nel sangue di Cristo, Agnello senza macchia A questa schiera appartengono i nostri martiri s. Canio vescovo patrono di Acerenza e della Arcidiocesi e i giovani diaconi Mariano e Laviero, di cui veneriamo in questa città e in questa cattedrale il loro trofeo di vittoria. Sta per concludersi l’Anno Giubilare diocesano nel V centenario della morte del nostro beato Egidio da Laurenzana: tutta la sua vita, da laico e da frate francescano, è stato un Te Deum di umiltà, fede e lode alla santità di Dio. Ma anche noi siamo chiamati alla testimonianza, non a parole, ma con i fatti, altrimenti non avremo il posto eterno accanto agli apostoli, ai martiri e ai beati del Paradiso.

E il nostro sguardo ritorna a Betlemme, ci inginocchiamo davanti al divino Bambino, da lui effonde la vera luce e il sorriso di Dio verso noi miseri peccatori. Il nostro sguardo si volge a Maria che la liturgia dell’ottava di Natale saluta e onora come Madre di Dio, generatrice di Dio. Questa certezza di fede è attestata dalle Scritture. Si ricordi almeno il saluto di Elisabetta a Maria: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me” (Lc 1,43). Inequivocabile! Nella Scrittura il Signore, Dominus, Adonai, Iahweh, è Dio onnipotente. Elisabetta, piena di Spirito Santo, chiama Maria madre del Signore e si riferisce precisamente e direttamente a quel Bambino che porta nel grembo. Tentarono alcuni eretici di negare alla Vergine santa questa sua realtà, cadendo in grave errore poiché così dicendo separavano nell’unica Persona del Figlio incarnato le due nature umana e divina, come se Cristo fosse stata in alcuni momenti, come nel seno della Vergine, solo uomo e non Dio. Cristo dal momento del concepimento è stato sempre vero uomo e vero Dio, per cui la vergine Maria ha generato Dio: difendendo la prerogativa della Madre si afferma la divinità del Figlio. E lei è la sempre Vergine, prima, durante e dopo il parto, ed è anche la madre: in lei coesistono per disposizione dell’eterno Padre ed opera dello Spirito Santo la perpetua verginità e la divina maternità. Che gioia la fede cristiana cattolica! Così splendida nella sua verità, cosi abbondante nella ricchezza della grazia divina, così limpida di sapienza pronta a donarla all’intera umanità. Adoriamo Gesù Bambino, adoriamolo stasera presente realmente nel SS. Sacramento, adoriamolo insieme alla madre Maria e a Giuseppe che gentile e generoso protegge il pargolo Figlio di Dio e la sua Sposa illibata.

E’ una grande festa della Madonna il 1 gennaio. La riforma della liturgia ha voluto imprimere nell’ottava di Natale ancora una volta l’annuncio dell’incarnazione e della nascita del Redentore. Nonostante il rivestimento distratto e godereccio che ormai offusca questa festa cattolica con gli esagerati festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno civile, noi sappiamo che 2018 anni or sono Dio è venuto sulla terra e si è fatto uomo, nella pienezza dei tempi è nato da donna, come afferma l’apostolo Paolo. E’ si inizia l’anno nuovo, anche nel conteggio dei popoli non cristiani, con l’ottava del Natale di Gesù Cristo, con l’adorazione del suo santissimo Nome, che fu rivelato dagli angeli e da Giuseppe e da Maria, con il dono della sua vera pace.

Ringraziamo stasera il Signore vero e unico dominatore del mondo per tutti i doni che ci ha elargito. Siamo ancora nel cammino terreno, molti nostri fratelli quest’anno hanno raggiunto già l’eternità. In questo sentiero, a volte aspro e difficile, egli ci ha sostenuto con il dono della vita, della saggezza, dell’esperienza, dell’impegno. Egli ci ha concesso la compagnia della famiglia, di tante persone care, di amici e di benefattori. Ci ha dato la letizia dei figli, i ragazzi e i giovani, per circondarlo di affetto e prepararli alla vita sociale e religiosa, ma anche per ascoltarli e ricevere da loro la nuova forza del futuro. Ci ha concesso la salute necessaria per affrontare la professione o il coraggio intrepido per fronteggiare le vicende tristi che si sono presentate nell’incedere dei mesi. Ci ha concesso gioie e momenti di serenità quando le situazioni e gli avvenimenti sono stati a nostro favore. Ci ha donato la forza e la grazia di accogliere gli altri, di sostenerli, di soccorrerli e di perdonarli, non negandoci la volontà di chiedere perdono a nostra volta per le occasioni in cui siamo stati noi ad offendere e a ferire il prossimo. Lo ringraziamo per l’amore che ha riversato in noi come suoi battezzati e cresimati, donandoci la sua Parola e suoi Sacramenti, specie la riconciliazione nella Confessione e la sua vita piena nell’Eucaristia. Ci ha donato la Madre come nostra madre, ci ha donato la Chiesa come nostra famiglia salvifica, ci ha donato il mondo da custodire, ci ha donato la pace del cuore per farla fruttificare nella pace della società. Adoriamo e ringraziamo. Ho sempre pensato che questa sia la nostra felicità in terra e in cielo, quando Dio vorrà chiamarci: amarlo, servirlo, lodarlo. Te Deum laudamus, te Dominum confitemur.