Ingresso S.E. Mons. Francesco Sirufo

Saluto alle Autorità
03-09-2016

Rivolgo anche io, a nome della Chiesa diocesana di Acerenza, un rispettoso saluto ai responsabili della comunità politica, dell’ambito amministrativo, dell’ordine pubblico, della sicurezza sociale. Rivolgo il saluto di amicizia e di collaborazione alle autorità della cultura, della pubblica istruzione, della cura dei beni artistici e architettonici, della sanità, dell’ambiente, di ogni altro ambito della competenza pubblica.

Spett.li Autorità, gentile sindaco di Acerenza dott. Fernando Scattone, gentile presidente della Provincia dott.     Valluzzi, gentile dottor… Pietrantuono, rappresentante del Presidente della Regione dott. Marcello Pittella, a cui auguriamo nella preghiera serenità e vigore, in questo momento di cura per il ristabilimento della salute. Grazie per le espressioni di stima e di saluto indirizzate alla mia umile persona, che accolgo anche come dedicate a questa gloriosa comunità diocesana, nella sua componente di clero, religiosi e cristiani laici.

L’uomo è unità nella sua dimensione fisica e spirituale, nel nostro specifico cittadino e cristiano. Serviamo insieme tutto l’uomo nella sua integrità e dignità incomparabile. Tutti voi, spettabili Autorità, siete chiamati a governare la comunità civile: il Signore nostro Dio vi illumini la mente e il cuore per cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace. Certi che le speranze degli uomini e i diritti dei popoli sono nelle mani di Dio, questa Chiesa diocesana acheruntina invoca lo sguardo benigno del Padre celeste su di voi tutti, affinché possiate sempre di più promuovere nella nostra società lucana una pace duratura, il progresso sociale, la libertà religiosa. E tutto ciò operatelo nella laicità, che significa promozione della libertà e della verità nella società umana, e lucana in particolare. La missione della Chiesa è di proporre e cercare di realizzare il disegno di amore di Dio per l’umanità, il disegno di misericordia di Dio per l’umanità, si dice giustamente in questo Giubileo straordinario della misericordia: questo meraviglioso e commovente disegno inizia dalla persona umana, dall’uomo e dalla donna, dalla loro unione e famiglia. Si, noi offriamo tutto il nostro impegno, il nostro sacrificio e la nostra viva collaborazione per la famiglia dell’uomo e della donna, dello sposo e della sposa, del padre e della madre, dei genitori e dei figli, dei giovani e degli anziani.

Cari governanti della res publica in Basilicata: famiglia vuol dire lavoro e pane; vuol dire scuola, istruzione e cultura; vuol dire sanità e strutture adeguate; vuol dire sicurezza e pace; vuol dire giustizia sociale e difesa dei poveri e dei più deboli; vuol dire cura dei ragazzi e dei giovani; vuol dire salvaguardia dell’ambiente; vuol dire accoglienza e solidarietà; vuol dire serietà della vita e gioia di vivere; vuol dire servizio e dedizione a questa cara popolazione, che tanto ha sofferto nella sua lunga e nobile storia, che tanto ha faticato per ritrovare la propria dignità, tra calamità naturali, vicende storiche avverse, scelte governative non sempre consone, tra doveri sempre richiesti e diritti molto spesso negati.

Cari governanti e dirigenti della polis lucana, vi auguriamo, e preghiamo per questo il Re dei re e il Signore dei signori, ancora più coraggio, ancora più saggezza e competenza, ancora più impegno e lungimiranza: tutto questo già vi distingue e vi onora, ma bisogna osare e operare sempre di più. Io amo la Basilicata, dal Vulture al Pollino, dal Tirreno allo Ionio, amiamola insieme, serviamola insieme, per essa soffriamo insieme, con essa gustiamo la gioia meritata, dopo il servizio umile e tenace a questo popolo civile e cristiano. Grazie infinite e camminiamo.