Incontro dei Cresimandi

23-04-2017

Omelia II domenica di pasqua- cresimandi della diocesi- 23 aprile 2017

Carissimi ragazzi e giovani cresimandi della nostra Arcidiocesi, carissimi catechisti, genitori e padrini, vorrei esprimere insieme a voi anche un saluto e un grazie ai vostri parroci e particolarmente a don Enzo Fiore, direttore dell’ufficio catechistico, a don Nicola Moles junior, direttore dell’ufficio liturgico, per aver organizzato questo importante appuntamento.

E’ un pomeriggio di ritiro spirituale, di amicizia, di preghiera, di invocazione allo Spirito del Risorto perché vi illumini e vi guidi in questa preparazione al prossimo sacramento della Confermazione. Ci siamo fermati nel chiostro dell’antico seminario, oggi museo, per salutarci e per ascoltare la testimonianza della mamma del servo di Dio Carlo Acutis, un giovane come voi e pieno di gioia per il Signore presente veramente nell’Eucaristia. Siamo venuti in pellegrinaggio qui in cattedrale, siamo in tanti, ci siamo divisi in quattro gruppi. Un gruppo si è fermato al battistero per ricordare che siamo consacrati nel battesimo. Un altro gruppo si è fermato presso l’ambone e l’altare per ricordaci che il nostro battesimo si nutre della parola di Dio e dell’ Eucaristia. Un altro gruppo ha fatto sosta alla cappella speciale del Tabernacolo, dove ci attende sempre Gesù Risorto Ostia di amore per ricordarci che la nostra vita deve essere sempre una preghiera. Un ultimo gruppo è venuto alla cappella dell’icona della Madonna per ricordarci che lei e tutti gli altri Santi, amici veri e leali, ci sostengono nel nostro cammino cristiano. Tutti hanno acceso un piccolo lume per significare la nostra piccola vita che solo la fede può sostenere e la luce di Cristo può rischiarare nel sentiero gioioso e difficoltoso della nostra esistenza.

Adesso siamo nel culmine del nostro incontro: la celebrazione della S. Messa di questa II domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, come ha stabilito S. Giovani Paolo II sulla scia della esperienza mistica di S. Faustina Kowalska, o domenica“in albis”, ricordando il gesto degli antichi catecumeni che, da neofiti, oggi deponevano in chiesa le vesti bianche, indossate alla veglia pasquale.

Cosa ci suggerisce il Vangelo, cosa ci annuncia Gesù risorto? Anzitutto il testo di S. Giovanni apostolo ci presenta l’apparizione di Gesù al gruppo degli apostoli, alla sera di quel giorno dopo il sabato, il primo giorno della settimana, ossia il giorno della Pasqua, la prima domenica della storia. Il Risorto venne a porte chiuse, perché ormai la sua persona, anima e corpo, non apparteneva più alla dimensione terrena di spazio e di tempo, ma all’eternità. Le porte erano chiuse perché gli Apostoli erano timorosi, impauriti, tristi, per quello che era accaduto e temevano accadesse anche a loro. Gesù li saluta con la sua pace e mostra i segni della sua identità di Crocifisso risorto, vivo, vivente: i segni dei chiodi sulle sue mani e il fianco del suo cuore. Anche all’inizio della celebrazione il Vescovo saluta la comunità adunata con la parola del Risorto: “La pace sia con voi!”, per significare che il Signore risorto è con noi qui, adesso, nella liturgia e con il popolo radunato. Questo provoca la gioia e il coraggio, ci dice il Vangelo. Anche voi, miei cari, attingete alla pace di Gesù, alla sua divina misericordia, all’amore di Cristo. Cari ragazzi e giovani, abbiate fiducia in lui, non chiudete le porte del vostro cuore per la paura o per il timore di un mondo più grande di voi, che sentite a volte come difficile se non ostile. Non lasciate la comunità parrocchiale e familiare dopo i sacramenti dell’iniziazione cristiana: solo il restare con il Signore può garantire una maturità completa spiritualmente e umanamente.

Il padre ha mandato me, anche io mando voi ”, dice Gesù ai suoi Apostoli. Cari cresimandi, vi preparate a diventare testimoni di Cristo, missionari di Gesù risorto, cioè confermati nel battesimo con il dono pieno dello Spirito Santo, per essere più impegnati nella vita cristiana, per essere anche voi scelti e mandati, nell’ambiente in cui vivete, a manifestare la luce del Vangelo. Come faremo? mi domanderete voi. Siamo solo ragazzi e giovani. Da dove avremo la forza della testimonianza? Gesù risorto dopo aver donato il mandato agli Apostoli, afferma il testo odierno, soffiò e disse loro:”Ricevete lo Spirito Santo”, che per gli Apostoli diventa missione di perdono e di riconciliazione, per voi diventa missione di crescita nella fede, speranza e carità, e invito a fare di più per il Signore e per gli altri.

Quella sera della prima Pasqua mancava un Apostolo. A parte Giuda Iscariota, che aveva anche fatto un gesto molto grave: non aveva avuto fiducia nel perdono, nella divina misericordia di Gesù, che se pentito sinceramente del tradimento, l’avrebbe abbracciato e perdonato, invece nella disperazione si era suicidato. Mancava l’apostolo Tommaso. Quando gli amici, gli altri Apostoli, pieni di gioia, gli annunciano che hanno visto Gesù vivo, Tommaso non crede e chiede, cioè prega di fare l’esperienza pure lui. Dubita e prega per una settimana: immaginiamo il suo stato d’animo, la sua crisi, il suo dolore, ma anche il desiderio di vedere Gesù, toccare le sue ferite e il fianco perforato dalla lancia. Cari ragazzi e giovani, qualche volta anche voi sperimentate questo pensiero, di sentirvi lontano da Dio, dal suo Figlio Gesù, dalla Chiesa, di avere l’impressione di non credere più, di essere attratti solo dalle cose materiali, che esistano solo quelle. Vedete, a volte, capita anche a noi adulti di avere la “settimana di S. Tommaso”, quei momenti bui, di solitudine, di sconforto, però anche di speranza in una novità che ci riempia il cuore, di incontrarlo di nuovo, di rivederlo ancora, di riavere la gioia e il coraggio. L’apostolo Tommaso, in fondo, non chiedeva troppo: per essere testimone credibile della risurrezione di Gesù doveva vederlo e toccarlo pure lui, come tutti gli altri Apostoli e discepoli.

Ed ecco, all’ottavo giorno, nella stessa casa con gli altri, è presente anche lui, e Gesù viene in mezzo a loro, dona la sua pace, e si rivolge a Tommaso, porgendogli le sue ferite e il suo cuore da vedere e toccare, vincere la sua incredulità e arricchirlo di fede. Facciamo nostra la grande professione di fede di S. Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Ripetiamola adesso qui in cattedrale, tutti raccolti. Preghiamo così quando ascoltiamo la sua parola, quando confessiamo i peccati ai suoi sacerdoti, quando riceviamo la comunione al suo Corpo e al suo Sangue, quando si riceve la Confermazione, quando siamo inseriti nei vari ambiti della giornata: “Mio Signore e mio Dio!”.

Miei cari cresimandi di questo anno, in che consiste la testimonianza cristiana che ci viene richiesta con più impegno con la Cresima? Lo suggerisce la prima lettura di questa domenica. Gli Apostoli e i primi cristiani, è scritto nel libro biblico degli Atti, insieme a tutti gli altri credenti in Cristo Risorto, proprio perché avevano ricevuto lo Spirito Santo, avevano “un cuore solo e un’anima sola…e con grande forza davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù” . Cioè vivevano da fratelli e sorelle, ma non a parole, con i fatti. Tanto che coloro che avevano qualcosa in più lo offrivano agli Apostoli per condividerlo con i poveri e i bisognosi. Ecco perché tutti li ammiravano e credevano alla loro testimonianza, perché annunciavano nello Spirito Santo il Vangelo di Gesù e lo praticavano realmente nella loro vita e nella comunità, con la preghiera, l’ascolto e l’obbedienza agli Apostoli, nella frazione del Pane eucaristico, e nella comunione dei beni. Abituatevi pure voi, miei cari ragazzi e giovani, e fin da adesso, ad essere generosi nella Chiesa e nella società ,nell’amore per il Signore e nell’amore per gli altri.

Stimati genitori, padrini e catechisti, miei cari fratelli sacerdoti, aiutiamo con il nostro esempio e la nostra fedeltà al Vangelo questi amati figli. Invochiamo la Divina Misericordia su di noi e su di loro.

A termine della liturgia vi sarà consegnato il mio messaggio per la Cresima, ci rivedremo nelle vostre parrocchie con i vostri parroci, che tanto fanno per voi. Riceverete un piccolo rotolo con una sorpresa: i nomi di decine e decine di santi e beati ragazzi e giovani, che nella Chiesa hanno testimoniato il dono dello Spirito Santo con gioia e bellezza. Leggete quei nomi, cliccate su internet per saperne di più: c’è da stupirsi come Gesù fa grandi cose anche nei suoi ragazzi e giovani, come è avvenuto nel cuore della giovane Maria di Nazaret, a cui volentieri ci rivolgiamo e ci affidiamo. Bene! Continuiamo!