Lettera di S.E. Mons. Sirufo ai fidanzati

Ai fidanzati dell’Arcidiocesi

 

Carissimi giovani fidanzati,

promessi sposi nel 2020, insieme all’Ufficio Diocesano di pastorale familiare, voglio rivolgervi una breve e significativa riflessione per voi che vivete, in questo anno, la sofferenza del rinvio della celebrazione del matrimonio o il rammarico di limitare l’invito ad amici e parenti per le ristrettezze sanitarie stabilite sia per la liturgia in chiesa e sia per il banchetto seguente. Proprio in questo periodo occorre ancor di più risvegliare la fede e l’ascolto della Parola di Dio.

Penso alla vostra delusione, poiché assaporavate già con trepida attesa la gioia della data di nozze, la dimora domestica già pronta, semplice e accogliente, la vita coniugale ricca di affetti nuovi ed esperienze mature, la responsabilità di essere nuova famiglia e il pensiero di accogliere la vita dei figli, le preoccupazioni economiche e professionali, il timore di perdere il lavoro o la ricerca di trovarne per sostentare la nuova famiglia che in quest’anno sarebbe nata.

Tanta fiducia nella vita, ma ancor più nel vostro amore, vi sembra svanita d’un colpo per una epidemia globale che nessuno immaginava, se non nei film di fantascienza. Purtroppo si è verificato. La vostra giovinezza e la vostra energia di vita è stata messa a dura prova, come per molti altri.

Pensate ai lavoratori che si trovano in situazione di precarietà e di indeterminato futuro; pensate agli anziani e agli ammalati che il virus ha messo in pericolo di vita, e moltissimi hanno incontrato la morte; pensate ai bambini e ai ragazzi che si sono trovati in una dimensione di isolamento e di silenzio a loro sconosciuta; pensate ai poveri, vicini e lontani, già in gravi ristrettezze di ogni genere e ora ancora di più nella assoluta indigenza. Forse nell’ottimismo e nella spensieratezza tipica del nostro mondo contemporaneo, almeno in molti ambiti, ci eravamo troppo illusi che sempre tutto dovesse andare bene. La chiusura forzata ci ha fatto pensare molto.

 

Che parola posso dire a voi giovani che nel 2020 avevate preso, e in tanti avete mantenuto, la coraggiosa ed esaltante decisione di coronare il vostro sogno di amore e di famiglia? Il vostro non è solo un sogno, ma è un progetto più grande di voi, una vocazione di Qualcuno più grande di noi tutti: Dio Amore e Signore. Il vostro amore di uomo e di donna, il vostro desiderio di sposarvi e di vivere insieme nell’amore fedele, indissolubile e fecondo, è voluto fin dall’origine da Dio creatore e, per i battezzati, consacrato dal Figlio Gesù Cristo come sacramento della sua grazia.

Questo grandioso progetto divino non può essere fermato dal virus, né da altri virus d’ogni genere, “perché forte come la morte è l’amore, … le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo” (Cantico dei Cantici 8,6-7).

 

Qualche mese, forse un altro anno, che importa. Adamo dovette sprofondare in un sonno quasi di morte perché Dio traesse la sua donna Eva dal lato del suo cuore; Abramo per avere Isacco dalla sua sposa Sara fu chiamato dal Signore a vagare dall’oriente all’occidente; Mosè per incontrare la sua sposa Sèfora fu esiliato nel deserto; Giacobbe per sposare Rachele affrontò dure fatiche e attese quattordici anni; il giovane Tobia per sposare la giovane Sara viaggiò per aride terre e per molti anni; afferma ancora la S. Scrittura che il saggio per sposare la Sapienza attende tutta la vita, e il Figlio di Dio attese secoli e secoli per sposare sulla croce la sua Chiesa. L’amore è sempre attesa, è sempre dono, è un già e non ancora: la sua pienezza è sempre conquista e accoglienza giorno per giorno, senza fretta.

 

Non scoraggiatevi dunque, carissimi giovani fidanzati, nostri fratelli e sorelle, voi che, avendo preventivato il 2020 per sposarvi, vi trovate, vostro malgrado, a vivere il rinvio. Profittate di questa parentesi certo dolorosa, ma non inutile. Dialogate di più, conoscetevi meglio nella personalità e nel carattere, pregate di più, consigliatevi di più con i sacerdoti e con le persone che nelle parrocchie, nelle famiglie e nella società, Dio vi ha posto accanto per aiutarvi a fare questo tratto di cammino di fidanzamento verso il matrimonio. Conservate quella casta e gioiosa attesa della vita coniugale. Voi, cari, che credete in Cristo Sposo e nel sacramento nuziale, non fate scelte sbagliate quali la convivenza o il matrimonio civile o altri comportamenti superficiali: per i cristiani non è questa la volontà di Dio e neppure la parola di Gesù nel Vangelo.

Cristo vi consacra sposi nel momento del sacramento del matrimonio, non prima. Chiedete al Signore di darvi la forza di vivere anche questo momento difficile per voi e per le vostre famiglie: lui non mancherà di sostenervi. Nelle misure adesso consentite, preparatevi ancor di più con l’Eucaristia, specie domenicale, e con il sacramento della Riconciliazione o confessione, con una confidenza nel Signore che, se ha creato la bellezza dell’uomo e della donna, non mancherà di proteggervi e di condurre alla meta il vostro cammino (cfr papa Francesco, Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, 19 marzo 2016, nn. 205-216).

Fidanzamento significa aver fiducia, affidamento, confidenza nel Signore che vi ha fatto incontrare e reciprocamente tra di voi nell’impegno di preparazione al matrimonio, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, per tutti i giorni della vostra vita, come vi direte davanti all’altare nell’esprimere il consenso.

Carissimi, è accaduto come a Cana di Galilea, al banchetto di nozze a cui era invitato anche Gesù e sua madre Maria, solo che il vino vi è venuto a mancare ancor prima della festa. Maria se n’è accorta già da tempo e sta pregando il Cristo, suo Figlio, vero Sposo e Salvatore, di intervenire nella vostra vita. Le giare del vostro amore e dei vostri progetti sembrano piene solo d’acqua, la gioia sembra offuscata, ma la mano di Cristo sta operando e le sta colmando del buon vino della letizia, dell’amicizia e della comunione (Cfr vangelo di Giovanni, 2,1-12).

Carissimi fidanzati, pronti già per il matrimonio, non isolatevi e non vi demoralizzate.  Il giorno delle nozze comunque si sta avvicinando. Non siete soli. Un virus certo non vi fermerà. Vale anche per voi quanto papa Francesco scrive a tutti i giovani e a ciascuno di voi: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita…Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai” (Esortazione apostolica postsinodale Christus vivit, 25 marzo 2019, nn. 1-2).

Un saluto affettuoso a voi, alle vostre care famiglie e un arrivederci nelle nostre comunità cristiane dell’Arcidiocesi. Buona continuazione del vostro meraviglioso cammino.

Acerenza, 31 maggio 2020, Pentecoste.

   +Francesco Sirufo

Arcivescovo di Acerenza