Incontro del clero

Per una pastorale generativa: la liturgia e l'iniziazione cristiana

L’incontro mensile di formazione del clero, che si è svolto ad Acerenza presso il Centro Gala-Tabor, è stato guidato da Mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta. Il tema  “Liturgia, culmine e fonte. L’iniziazione cristiana: aspetti liturgico-pastorali”, ha trovato proprio nell’introduzione del vescovo di Acerenza, Mons. Francesco Sirufo, il paradigma dello svolgimento: una pastorale generativa della comunità cristiana a partire dall’iniziazione cristiana.

Sin dall’inizio della sua relazione, Mons. Maniago ha invitato il clero a rinsaldare la passione pastorale del proprio ministero sacerdotale uscendo da quell’atteggiamento di problematizzazione di una lettura affaticata e pessimista della realtà.

“Il rischio della nostra azione pastorale – ha sottolineato Mons. Maniago – è sempre quello di scivolare sulle problematiche delle situazioni che prendiamo in considerazione, sfuggendo all’intercettazione di quella parte/opportunità bella  che le stesse ci offrono”

Per una pastorale generativa della comunità cristiana, la dimensione liturgica del percorso d’iniziazione cristiana ci permetterebbe di rinnovare i nostri processi di accompagnamento per la crescita delle nuove generazioni; si tratta di saper esprimere la dimensione di inculturazione della Fede e della sua celebrazione e di recuperare la soggettività pastorale ed educativa della famiglia e della comunità ecclesiale in una prospettiva di superamento della delega.

Il rapporto, dunque, famiglia e comunità ecclesiale, in riferimento all’iniziazione cristiana come processo di generazione dei cristiani maturi, richiama l’attenzione al ruolo ancora preminente della parrocchia, che per un suo rinnovamento fecondo e proficuo, per l’evangelizzazione del mondo contemporaneo, richiede una verifica rispetto a quanto afferma Papa Francesco al n.26 di Evangelii Gaudium:

 La parrocchia non è una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità. Sebbene certamente non sia l’unica istituzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere « la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie».
Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi.La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione.